Guerra in Ucraina e, come effetto collaterale, il rischio che il super-market delle armi faccia sì che qualcosa finisca nelle mani di criminali e trafficanti e un’altra (magari non ora) andrà ad alimentare altre guerre e altri conflitti.
Nel mese di aprile 2022, l’Agenzia Europol ha evidenziato il rischio che il notevole quantitativo di armi inviate nel teatro di guerra possa rivelarsi di appannaggio di trafficanti bramosi di ricavare una cospicua fonte di guadagno nel rifornire la criminalità organizzata continentale. Nella fattispecie l’Agenzia ha evidenziato che `i foreign fighters che viaggiano in Ucraina possono trafficare illegalmente le armi e possono assumersi il rischio, al ritorno nell’UE, di portare con sé le armi, aggiungendo che ´gli estremisti e i terroristi violenti possono cercare di procurarsi armi da fuoco e munizioni in Ucraina, da utilizzare contro target dell’Ue».
È quanto emerge dalla Relazione semestrale della Dia presentata dal Ministro dell’Interno e relativa ai fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso del I semestre del 2022.
«Inoltre, a ribadire l’allarme in merito al rischio concreto che parte del materiale bellico inviato in Ucraina finirà nel mercato nero gestito dalla criminalità organizzata ed alimenterà un florido commercio di armi, sia leggere che pesanti in tutto il mondo, è stato il capo dell’Interpol, Jurgen Stock, il quale ha affermato `una volta terminato il conflitto grandi quantità di materiale bellico spedito in Ucraina inonderanno il mercato internazionale, come accaduto in passato per altri teatri di guerra. I gruppi criminali cercano di sfruttare queste situazioni caotiche e la grande disponibilità di armamenti, anche pesanti. Tali armi saranno disponibili sul mercato nero. Nessun paese o regione può affrontarlo individualmente, perché questi gruppi operano a livello globale´», si legge nella relazione della Dia.
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