C’è chi pensa che dopo Putin non ne arriverà uno migliore e che la Russia sia destinata a rimanere a lungo un paese illiberale, oscurantista e repressivo.
«In questo momento non ci sono segnali che in Russia, in tempi brevi, possa esserci un cambiamento in senso positivo».
Sono le parole di Vera Politkovskaja – la figlia di Anna Politkovskaja, la giornalista invisa al Cremlino uccisa nel 2006 – a margine del suo intervento al Festival Internazionale del Giornalismo, alla Sala dei Notari, Palazzo dei Priori di Perugia.
«Sono estremamente pessimista su questo – ha proseguito – E sono d’accordo con chi afferma che anche se il presidente attuale non sarà più al potere, difficilmente nel breve termine qualcosa cambierà. Penso che il sistema da lui costruito continuerà a funzionare, anche se sarà diverso, e comincerà a crollare pian piano; davanti a noi abbiamo ancora momenti terribili della storia della Russia».
Vera Politkovskaja partecipa al Festival Internazionale del Giornalismo intervenendo al panel `Il metodo Putin e la repressione del dissenso in Russia´ assieme a Federico Varese, professore di Criminologia e direttore del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Oxford, con lo storico Giovanni Savino dell’Università Federico II, Maria Chiara Franceschelli, dottoranda in Scienza Politica e Sociologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Sara Giudice co-autrice con Vera Politkovskaja del libro `Una Madre´ (Rizzoli). Modera Marta Allevato, giornalista.