La guerra in Ucraina va avanti perché Mosca non piò tornare indietro. E chissà quando potrà andare avanti.
Cremlino ammette che la situazione in Ucraina è «molto difficile» e ancora lontana dai suoi obiettivi ma precisa che questo dipende dal fatto che «non è una guerra, ma un’operazione condotta cercando di salvare città e vite umane».
«L’operazione militare speciale continua. È un’operazione molto difficile e, naturalmente, alcuni obiettivi sono stati raggiunti in un anno», ha dichiarato il portavoce della presidenza russa Dmitry Peskov in un’intervista al canale televisivo bosniaco ATV, riportata dall’agenzia Tass. Se la priorità stabilita a inizio operazione dal presidente Vladimir Putin era quella di garantire la sicurezza dei residenti del Donbass, ha sottolineato Peskov, questo obiettivo è stato raggiunto solo in parte.
“Questo compito è stato risolto solo parzialmente. Siamo ancora lontani dal poterlo completare. Ci sono bombardamenti da lanciatori multipli, bombardamenti su Donetsk e altre località e dobbiamo respingere il nemico a una distanza considerevole. Per questo l’operazione continuerà”, ha sottolineato Peskov, che ha ricordato i risultati ottenuti: «sono stati liberati territori importanti nel Donbass», ha detto.
Per il portavoce di Putin non ci sono dubbi sul fatto che le forze russe finiranno per conquistare la città contesa di Bakhmut, devastata da 9 mesi da quella che è diventata la battaglia più lunga del conflitto. La lentezza dei progressi russi, ha insistito, è dovuta al fatto che «non siamo in guerra. Fare la guerra è una cosa completamente diversa, e significa la distruzione completa delle infrastrutture e delle città. Non lo stiamo facendo. Stiamo cercando di salvare le infrastrutture e le vite umane».