Turchia e Ungheria non firmano il 'registro per i danni' all'Ucraina: temono di scontentare Putin
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Turchia e Ungheria non firmano il 'registro per i danni' all'Ucraina: temono di scontentare Putin

Consiglio d'Europa ha istituito un Il registro dei danni per l'Ucraina, considerato un primo passo verso un meccanismo internazionale di risarcimento per le vittime dell'aggressione russa. Ma 7 paesi non hanno aderito

Turchia e Ungheria non firmano il 'registro per i danni' all'Ucraina: temono di scontentare Putin
Erdogan e Orban
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17 Maggio 2023 - 15.50


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Una scelta doverosa ma con le solite eccezioni: il Consiglio d’Europa ha istituito un registro dei danni per l’Ucraina, considerato un primo passo verso un meccanismo internazionale di risarcimento per le vittime dell’aggressione russa.

Ma ben 7 Paesi membri su 46 totali non hanno aderito. Si tratta, quindi, di un «accordo parziale», come spiega lo stesso Consiglio d’Europa in una nota.

Ad annunciare la novità del registro questa mattina a Reykjavik, dove si svolge il vertice dei capi di Stato e di governo dell’organizzazione, sono stati il segretario generale del Consiglio d’Europa, Marija Pejcinovic Buric, il primo ministro dell’Islanda, Katrin Jakobsdottir, il primo ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, il ministro degli Esteri dell’Islanda e presidente del comitato dei ministri del Consiglio d’Europa, Thordis Kolbrun Reykfjord Gylfadottir, il primo ministro ucraino, Denys Shmyhal, e il ministro della Giustizia dell’Ucraina, Denis Malyuska. .

Di seguito i Paesi membri dell’organizzazione che hanno aderito all’accordo: Albania, Germania, Austria, Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Spagna, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Macedonia del Nord, Malta, Repubblica di Moldova, Monaco, Montenegro, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, San Marino, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Repubblica Ceca, Regno Unito e Ucraina. Hanno aderito, inoltre, in qualità di Paesi non membri, il Canada, il Giappone e gli Stati Uniti, oltre all’Unione Europea. Altri tre Paesi hanno annunciato l’intenzione di aderire e sono Andorra, Bulgaria e Svizzera. 

I Paesi del Consiglio d’Europa che restano fuori sono Armenia, Azerbaijan, Bosnia ed Erzegovina, Ungheria, Serbia e Turchia. Manca, dunque, quella compattezza sull’Ucraina tanto annunciata e auspicata dai leader europei. 

Nella capitale islandese non si è visto il premier ungherese, Viktor Orban, né il presidente serbo Aleksandar Vucic, il quale ha inviato semplicemente un ambasciatore in rappresentanza del suo Paese. 

A ogni modo, ha affermato Jakobsdottir, «il sostegno e la solidarietà con l’Ucraina sono tra le principali priorità della presidenza islandese e abbiamo lavorato duramente per garantire che il vertice di Reykjavik risponda alla necessità di responsabilità globale per l’aggressione guidata dalla Russia contro l’Ucraina». Jakobsdottir ha sottolineato che il Consiglio d’Europa può e deve svolgere un ruolo importante nell’assicurare tale responsabilità.

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