Julian Assange è in carcere a Londra, da più di 4 anni, ed è in attesa dell’estradizione negli Usa. Per il fondatore di Wikileaks si prospetta una condanna a 175 anni di carcere per le accuse di spionaggio e per aver diffuso documenti militari classificati. Un gigantesco bavaglio alla libertà d’informazione.
Stella Assange, moglie del giornalista, ha esortato il governo australiano a fare di più per influenzare gli Stati Uniti a rinunciare a perseguire il marito. Parlando ieri al National Press Club di Canberra, Stella Assange ha affermato che la vita del marito – che è cittadino australiano ed è in carcere a Londra da più di 4 anni – dipende dal governo australiano. La donna ha definito l’estradizione di Assange «una questione di vita o di morte».
«L’Australia è il più importante alleato degli Stati Uniti», ha detto nel suo intervento al National Press Club. «La vita di Julian è nelle mani del governo australiano», ha aggiunto. I sostenitori di Assange in Australia sperano che il primo ministro Anthony Albanese continui a perorarne la causa, dopo aver incontrato il presidente americano Joe Biden al G7 in Giappone lo scorso weekend.
Il sostegno ad Assange in Australia continua a crescere e sia Albanese, sia il leader dell’opposizione Peter Dutton, concordano che Assange è stato detenuto troppo a lungo. «A nulla serve la continua incarcerazione di Julian Assange», ha affermato ieri Albanese in Parlamento. L’avvocata per i diritti umani, Jennifer Robinson, della squadra legale di Assange, che accompagna la moglie in Australia, non ha escluso di tentare un accordo di patteggiamento con i procuratori Usa per il suo rilascio, potenzialmente in base al periodo di detenzione già scontato. Robinson insiste tuttavia che Assange non ha commesso alcun reato. Il trattamento riservato a Julian Assange, sostiene la donna, ha incoraggiato i regimi autoritari a reprimere la libertà di stampa in tutto il mondo. «Il caso degli Stati Uniti contro Julian ha creato una corsa verso il fondo, una nuova normalità che rende più facile per i regimi incarcerare i giornalisti», ha detto.