Dalla Crimea è partito tutto e adesso tutte le attenzioni sono sulla penisola che è anche una base strategica di Mosca, che anche in precedenza aveva mantenuto il controllo del porto di Sebastopoli.
Il leader della Crimea annessa alla Russia, Sergei Aksyonov, è probabilmente preoccupato per la capacità dell’esercito regolare russo di difendere la penisola: lo scrive il ministero della Difesa britannico nel suo aggiornamento quotidiano di intelligence.
Negli ultimi 20 anni la Russia ha assistito ad una proliferazione di gruppi paramilitari esterni alle forze regolari, si legge nel rapporto pubblicato su Twitter. Tuttavia, questa «paramilitarizzazione» ha subito una forte accelerazione dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca, ed è particolarmente importante in Crimea, osservano gli esperti di Londra.
Aksyonov ha contribuito alla creazione di diverse unità locali, che spesso rivendicano l’affiliazione alla tradizione cosacca, prosegue il rapporto sottolineando che la maggior parte di esse ha ottenuto uno status semi-ufficiale di unità di riserva dell’esercito regolare.
Aksyonov è probabilmente ansioso di accrescere le sue credenziali patriottiche reclutando combattenti, conclude il ministero, ma probabilmente è anche preoccupato per la capacità dell’esercito regolare di difendere la penisola. L’elemento principale della guarnigione russa, il 22mo Corpo d’Armata, infatti, è attualmente schierato per lo più al di fuori della penisola e ha subito pesanti perdite.