Il processo contro l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro è iniziato davanti alla Corte Suprema Elettorale (TSE). Bolsonaro è accusato di abuso di potere e di aver diffuso false informazioni sul sistema elettorale prima delle elezioni presidenziali dello scorso anno. Sebbene non si tratti di un procedimento penale, i giudici hanno il potere di vietare al leader di estrema destra di candidarsi alla presidenza per un periodo di otto anni.
Finora Bolsonaro, sconfitto al ballottaggio dello scorso 30 ottobre dal socialista Luiz Inacio Lula da Silva, non ha fatto sapere se intende candidarsi alle prossime, nel 2026. In qualità di presidente onorario del Partito Liberale ha già fatto sapere che userà la sua «esperienza per aiutare la campagna del suo partito alle elezioni municipali del prossimo anno».
Le accuse prese in esame dalla Corte Suprema Elettorale ruotano attorno a un discorso tenuto da Bolsonaro mentre era ancora presidente nel 2022. Il 18 luglio dello scorso anno aveva invitato dei diplomatici stranieri nella sua residenza a Brasilia, affermando falsamente che le macchine per il voto elettronico utilizzate in Brasile erano soggette a hackeraggio e a rischio frodi su larga scala.
Per i pubblici ministeri il suo discorso costituisce una violazione della legge elettorale, ma Bolsonaro sostiene che «ha semplicemente spiegato come funzionano le elezioni in Brasile» e non ha criticato o attaccato il sistema elettorale. Il suo controverso intervento ha alimentato ulteriori tensioni, nel mezzo di una campagna presidenziale polarizzata tra i pro Bolsonaro e i pro Lula.
A vincere al ballottaggio con un margine estremamente ristretto è stato il rivale, ma Bolsonaro non ha mai riconosciuto pubblicamente la sua sconfitta, decidendo di auto esiliarsi in Florida due giorni prima che Lula prestasse giuramento come presidente.
I suoi sostenitori, che si sono rifiutati di accettare l’esito delle elezioni, hanno preso d’assalto il Congresso del Brasile, il palazzo presidenziale e l’edificio che ospita la Corte Suprema l’8 gennaio. La polizia ha arrestato 1.500 rivoltosi, dopo che più parti degli edifici erano state saccheggiate. È in corso un’indagine per stabilire se Bolsonaro abbia incitato i rivoltosi, un’altra potenziale accusa di tentato golpe che, però, non sarà esaminata dai sette giudici del Tse. A questi ultimi è stato chiesto solo di decidere se l’ex presidente abbia effettivamente abusato del suo potere per cercare di influenzare gli elettori quando ha criticato il sistema elettorale brasiliano.
All’udienza odierna di apertura del processo non è prevista la partecipazione di Bolsonaro, la cui presenza è invece attesa a una manifestazione nella sua roccaforte politica nel Sud del Paese, proprio nel momento in cui la corte dovrebbe iniziare la seduta. Per decidere della sorte del leader di estrema destra, i giudici dovranno prendere una decisione con la maggioranza semplice. L’avvocato dell’ex presidente ha già comunicato che il suo assistito presenterà un ricorso se la sentenza dovesse essere avversa.