La Russia ha recentemente potenziato le misure di sicurezza presso la sua base navale di Sebastopoli, situata nella Crimea annessa, avvalendosi di delfini addestrati per la protezione dalle incursioni subacquee.
Questa notizia è stata riportata dal governo britannico, che ha confermato la reintroduzione di una pratica diffusa durante la Guerra Fredda. Durante un aggiornamento regolare sulla situazione dell’invasione russa dell’Ucraina, il Ministero della Difesa britannico ha spiegato che Mosca ha apportato miglioramenti “significativi” alla sua principale base nel Mar Nero a partire dall’estate del 2022.
“Tali misure comprendono almeno quattro strati di reti e boe galleggianti posizionate all’ingresso del porto. Nelle ultime settimane, queste difese sono state molto probabilmente potenziate con l’impiego di un maggior numero di mammiferi marini addestrati”, ossia i delfini ha affermato il Ministero su Twitter.
L’utilizzo di mammiferi marini a fini militari è una pratica storica, adottata da diverse forze armate negli ultimi decenni, tra cui quelle statunitensi e russe.
La Crimea, una penisola ucraina annessa alla Russia nel marzo 2014, ospita un centro di addestramento per delfini sin dal 1965. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991, il centro venne chiuso e i delfini furono venduti all’Iran, secondo quanto riportato dai media russi. Nel 2012, la marina ucraina aveva riaperto il centro, ma dopo l’annessione della penisola, il controllo è passato sotto Mosca.
