In Spagna, un uomo di nome Ahmed Tommouhi ha trascorso 15 anni in carcere erroneamente condannato per due reati di stupro. Tuttavia, oggi la Corte Suprema ha annullato la sentenza di condanna emessa dal Tribunale Provinciale di Barcellona nel 1992, confermando così la sua innocenza. Un caso di errore giudiziario che scuote la Spagna. Hanno influito anche le origini arabe dell’uomo e la ricerca di un colpevole ad ogni costo.
Tommouhi, scambiato per il reale responsabile degli stupri, era stato condannato a 24 anni di reclusione. Dopo aver scontato più di tre quarti della pena, riporta la tv pubblica spagnola Tve, era stato rilasciato in libertà vigilata nel 2006. Ora l’Alta Corte ha accolto il ricorso presentato dal condannato che si basa su nuove prove, come le perizie sullo sperma trovato in un indumento intimo della donna aggredita, che non corrisponde a quello di Tommouhi. Secondo la difesa le perizie erano state eseguite nel 1992 dalla polizia ma non erano mai arrivate alla Corte poiché gli esperti non andarono a testimoniare all’udienza.
Già nel 1999 il procuratore capo della Catalogna, José María Mena, aveva richiesto la grazia per l’uomo, raccomandata anche dalla Corte Suprema, ma nessuno governo gliel’ha concessa.
Nel 1991, ricorda il quotidiano catalano La Vanguardia, si verificarono diversi stupri nelle province di Barcellona e Tarragona e Ahmed Tommouhi e il suo connazionale del Marocco Abderrazak Mounib furono imprigionati. Entrambi erano innocenti.
Abderrazak Mounib, che ha sempre sostenuto la sua innocenza e si è rifiutato di accettare 18 milioni di pesetas di risarcimento da parte dello Stato dopo che la Corte Suprema ha annullato la sua condanna, è morto di infarto in carcere nel 2000.
La stampa spagnola ricorda che anni dopo la condanna di Ahmed Tommouhi, la ragazza aggredita aveva ammesso di essersi sbagliata nell’identificare l’uomo.