I pubblici ministeri ucraini venerdì hanno accusato un politico russo e due collaboratori ucraini di crimini di guerra per la deportazione di dozzine di orfani dalla città meridionale di Kherson, precedentemente occupata.
Sono i primi sospettati ad essere incriminati dall’Ucraina, che afferma che più di 19.000 bambini sono stati trasferiti illegalmente in Russia o in territorio controllato dalla Russia.
Le accuse mosse dai pubblici ministeri ucraini fanno seguito a un’indagine più ampia condotta in collaborazione con la Corte penale internazionale dell’Aia, il cui procuratore capo ha visitato la casa dei bambini di Kherson.
Venerdì le accuse sono state depositate in Ucraina, una fase preliminare in cui i pubblici ministeri stabiliscono che ci sono prove sufficienti per sospettare che una persona abbia commesso un reato. L’ICC, il tribunale permanente mondiale per i crimini di guerra, ha emesso un mandato di arresto a marzo contro il presidente russo Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova, commissaria russa per i diritti dei bambini, accusandoli del crimine di guerra di deportare illegalmente centinaia di bambini da orfanotrofi e orfanotrofi nell’Ucraina occupata dai russi.
Il Cremlino ha nuovamente respinto le accuse secondo cui la Russia avrebbe violato i diritti dei bambini in Ucraina e ha affermato che, al contrario, le sue forze armate stavano salvando i bambini dalle zone di conflitto. I documenti dell’accusa affermano che 48 orfani sono stati prelevati dalla Kherson Regional Children’s Home a settembre e ottobre e trasferiti a Mosca e nella Crimea occupata dai russi.
Se provata, si tratta di una violazione delle leggi di guerra ai sensi delle Convenzioni di Ginevra del 1949, e punibile fino a 12 anni di carcere ai sensi della legge ucraina, afferma il documento. L’attuale ubicazione degli orfani, di età compresa tra uno e quattro anni, è incerta, hanno affermato i pubblici ministeri.
