La Polonia «non accetterà alcun meccanismo obbligatorio per ricollocare i migranti, è la nostra linea rossa, segnalata molto chiaramente dal nostro primo ministro», Mateusz Morawiecki. Lo dice il ministro per l’Ue polacco, Szymon Szynkowski Vel Sek, a margine del Consiglio Europeo a Bruxelles. Polonia e Ungheria stanno bloccando le conclusioni in materia di migrazioni.
Cadrà quindi il passaggio sulle migrazioni? «Non lo so – risponde – decideranno i leader. Sicuramente è una discussione complicata, perché abbiamo segnato chiaramente la nostra linea rossa e non possiamo andare oltre. Abbiamo sempre segnalato che non avremmo mai accettato alcuna soluzione che torni alle soluzioni del 2015-16, con i ricollocamenti obbligatori», conclude Szynkowski Vel Sek.
In realtà la posizione negoziale concordata dal Consiglio Affari Interni a Lussemburgo sulla proposta di regolamento in materia di gestione della migrazione e dell’asilo non prevede i ricollocamenti obbligatori, bensì la solidarietà obbligatoria, quella che un tempo si definiva «solidarietà à la carte», che può essere declinata o con ricollocamenti, o con contributi finanziari per ogni migrante non ricollocato (in ragione di 20mila euro cadauno, secondo la posizione del Consiglio), oppure con la fornitura di assistenza tecnica al Paese in difficoltà. In Polonia si terranno le elezioni politiche nel prossimo autunno.