L’ambasciatore della Georgia in Ucraina, a cui il presidente Volodymyr Zelensky ha ordinato di rientrare in patria in seguito a un disaccordo sull’ex leader georgiano incarcerato, ha dichiarato mercoledì ai media che rispetterà l’ordine, pur definendo la posizione di Kiev “fuorviante”.
“Le quarantotto ore scadono domani alle 12.00. Farò del mio meglio per lasciare l’Ucraina entro le 12”, ha dichiarato l’ambasciatore Giorgi Zakarashvili alla televisione georgiana Rustavi-2 in un articolo pubblicato dai media ucraini e russi.
Zakarashvili è stato convocato presso il ministero degli Esteri ucraino in relazione alla denuncia di Kiev, secondo cui all’ex presidente georgiano Mikheil Saakashvili sarebbe stato negato il permesso di lasciare il Paese per cure mediche.
Il diplomatico ha dichiarato a Rustavi-2 che la richiesta di lasciare il Paese per 48 ore di consultazioni avrebbe danneggiato le relazioni e sarebbe stata “fuorviante” in quanto la Georgia ha sostenuto l’Ucraina nel suo conflitto con la Russia.
Il ministro degli Esteri georgiano Ilia Darchiashvili ha criticato l’ordine imposto all’ambasciatore come “incomprensibile e privo di fondamento”, ma ha affermato che l’inviato tornerà presto al suo posto a Kiev.
Le lamentele, ha detto, erano infondate, poiché la Georgia prende sul serio il trattamento riservato a tutti i detenuti, compreso Saakashvili.
Saakashvili, presidente della Georgia ex-sovietica dal 2004 al 2013, sta scontando una condanna a sei anni per abuso di potere, un’accusa che secondo lui e i suoi sostenitori ha motivazioni politiche.
In un video girato questa settimana durante un’udienza in tribunale, un Saakashvili emaciato si è sollevato la camicia per mostrare le costole sporgenti.
Saakashvili ha chiesto di essere trasferito all’estero per essere curato. Ha inscenato diversi scioperi della fame durante la detenzione e sostiene di essere stato avvelenato.
Argomenti: guerra russo-ucraina
