La repubblica russa di Mordovia è diventata la prima regione del paese a vietare la cosiddetta “propaganda” dell’aborto e l’atto di “influenzare” le donne a sottoporsi alla procedura, hanno riferito media indipendenti.
La legge a livello regionale approvata giovedì pone potenzialmente le basi per leggi simili in tutto il paese.
Secondo la nota esplicativa della legge citata dal sito di notizie Mediazona, il reato di “influenza” delle donne all’aborto comprende azioni che implicano “costringere le donne ad abortire attraverso la persuasione, le offerte, la corruzione, l’inganno o imponendo altre richieste”.
Rientra in questa definizione anche fornire alle donne incinte informazioni che mettano in luce positiva le procedure di aborto.
La legge introduce anche multe per la “propaganda” dell’aborto, che include attività che “promuovono [l’aborto] come norma sociale”, “promuovono una visione negativa della gravidanza e del parto”, trasmettono messaggi sulla “sicurezza e innocuità” degli aborti, o implicano fare “dichiarazioni dispregiative” sulle donne incinte e sul feto umano.
“La promozione dell’interruzione artificiale della gravidanza e l’incentivo all’interruzione artificiale della gravidanza sono riconosciuti nella repubblica di Mordovia come minacce alle [istituzioni della] famiglia, paternità, maternità e infanzia”, si legge nella legge approvata dai legislatori della Mordovia.
La legge, che entrerà in vigore tra 10 giorni, prevede sanzioni amministrative per le persone ritenute colpevoli di diffondere “propaganda” o “influenzare” le donne ad abortire.
Queste multe andranno da 5.000 a 10.000 rubli (circa 100 euro), mentre le persone giuridiche possono incorrere in multe che vanno da 100.000 a 200.000 rubli (circa 2000 euro).
La legge pubblicata sul sito web della Repubblica di Mordovia era inaccessibile da giovedì pomeriggio.
Mentre la Russia ha storicamente mantenuto una politica liberale sull’aborto, la svolta conservatrice della leadership del paese, unita alla spinta della Chiesa ortodossa russa, ha sollevato timori per il futuro dei diritti riproduttivi.
A luglio, il ministro della Sanità Mikhail Murashko ha sostenuto pubblicamente iniziative che limiterebbero la distribuzione di farmaci che inducono l’aborto nelle farmacie e impedirebbero a tutte le strutture mediche private di amministrare la procedura di aborto.