Golpe: il giudice vieta a Trump di diffondere materiali 'sensibili'
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Golpe: il giudice vieta a Trump di diffondere materiali 'sensibili'

Il giudice federale che presiede il caso di sovversione elettorale di Donald Trump nel 2020 ha emesso un divieto che impedisce all'ex presidente di diffondere materiali "sensibili" relativi al prossimo processo riguardante l'assalto al Campidoglio

Golpe: il giudice vieta a Trump di diffondere materiali 'sensibili'
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12 Agosto 2023 - 10.50


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Il giudice federale che presiede il caso di presunta sovversione elettorale di Donald Trump nel 2020 ha emesso un divieto che impedisce all’ex presidente di diffondere materiali “sensibili” relativi al prossimo processo riguardante l’assalto al Campidoglio, per il quale è sotto accusa. La giudice Tanya Chutkan, del tribunale distrettuale degli Stati Uniti, ha sottolineato l’importanza di preservare l’integrità del procedimento legale.

Questo ammonimento è giunto quando la giudice si è espressa sulle richieste avanzate da Trump per allentare le restrizioni dell’ordine protettivo, che regolamenta quali prove possano essere consegnate ai suoi avvocati e che lui stesso potrebbe rendere pubbliche. La decisione di Chutkan consente a Trump di condividere solo “materiali non sensibili”, come designati dai pubblici ministeri, e ha respinto gran parte delle altre richieste dell’ex presidente. Tra le richieste respinte c’erano la possibilità di rendere pubbliche le trascrizioni delle interviste ai testimoni non soggette alle regole di segretezza del gran giurì e l’espansione del gruppo di persone che potrebbero accedere al materiale.

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I pubblici ministeri nell’ufficio del consigliere speciale Jack Smith avevano richiesto l’emissione di un ordine di protezione quasi immediatamente dopo che Trump era stato citato in giudizio la scorsa settimana. Questa richiesta era in risposta a un post sui social vagamente minaccioso di Trump, ritenuto potenzialmente intimidatorio per i testimoni. La decisione del giudice Chutkan cerca di bilanciare il diritto di Trump alla difesa con la necessità di garantire un processo equo e libero da influenze esterne.

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