Alle prese con il dramma della invasione dell’Ucraina, avevamo quasi dimenticato l’approccio e il comportamento radicalmente diverso di Putin. Ben altra la funzione e la testimonianza di Gorbaciov, coraggioso testimone del tentativo e della fiducia nella possibilità di potere cambiare l’Unione sovietica e di stabilire un dialogo costruttivo con l’occidente. Fino alla consacrazione del premio Nobel nell’ottobre del 1990 a riconoscimento della “pereistroika”e della “glasnost”.
I grandi termini innovatori che hanno invaso le scrivanie di tutti i giornalisti del mondo e che erano indispensabili per riassumere il grande processo di mutamento nella storia del mondo e il superamento della guerra fredda. Una stagione straordinaria seguita dalla caduta del muro di Berlino, dallo sbriciolamento del blocco dei paesi socialisti e dalla loro emancipazione con la speranza di una nuova era di apertura e di confronto pacifico.
Già nel dicembre del 1988 Mikhail Gorbaciov nell’intervento all’Onu, nella sede di Ginevra afferma fiducioso : “Si vorrebbe credere che i nostri sforzi congiunti per porre fine all’era delle guerre del confronto e dei conflitti regionali, dell’aggressione contro la natura, del terrore della fame e della povertà, non che del terrorismo politico saranno paragonabili alle nostre speranze . Questo è il nostro obbiettivo comune ed è solo agendo insieme che possiamo raggiungerlo”.
Ma la storia è fatta anche di improvvisi capovolgimenti e imprevisti e sorprese e all’interno dell’Unione sovietica specie per la complicità e la responsabilità di Schevardnadze si preparava il colpo di Stato, di questo in effetti si è trattato, con l’avvento progressivo di Putin e del suo invincibile finora gruppo di potere. Responsabile e dominatore della tragedia inflitta all’Ucraina e che tiene in angustia e tensione il mondo intero. Gorbaciov riposa ormai accanto alla moglie nella tomba di famiglia e chissà che in un futuro più o meno vicino la sua memoria non risulti nuovo frutto per il popolo russo.