La Russia ha inserito nella sua lista di “agenti stranieri” Dmitry Muratov, il caporedattore del giornale indipendente “Novaya Gazeta” e co-vincitore del Premio Nobel per la pace nel 2021. Questo riconoscimento, che ricorda l’oscuro termine “nemico del popolo” dell’era staliniana, viene utilizzato per reprimere le voci critiche. Il ministero della Giustizia russo ha affermato che Muratov “ha utilizzato piattaforme straniere per diffondere opinioni miranti a creare un atteggiamento negativo verso la politica estera e interna della Federazione Russa”.
Questo status di “agente straniero” impone restrizioni amministrative alle persone o entità interessate, compresi controlli regolari sulle loro fonti di finanziamento. Inoltre, qualsiasi pubblicazione, inclusi post sui social media, deve essere accompagnata dall’etichetta “agente straniero”. Il Ministero della Giustizia ha anche accusato Muratov di diffondere informazioni provenienti da altre “agenti straniere”.
Le autorità russe hanno intensificato la repressione di qualsiasi voce dissidente dal lancio dell’offensiva contro l’Ucraina nel febbraio 2022. Molti dei principali oppositori si trovano ora in esilio o in prigione. Muratov è stato visto di recente in Russia, dove sta aiutando nella difesa di Oleg Orlov, un funzionario dell’ONG Memorial (anch’essa dichiarata “agente straniero” e co-vincitrice del Premio Nobel per la Pace nel 2022) che è sotto processo per aver “denigrato” l’esercito russo criticando l’offensiva contro l’Ucraina. Orlov rischia fino a cinque anni di carcere.
Dmitry Muratov è stato insignito del Premio Nobel per la pace nel 2021 insieme alla giornalista filippina Maria Ressa, in riconoscimento della loro lotta per la libertà di espressione nei rispettivi Paesi. “Novaya Gazeta” ha purtroppo visto sei dei suoi giornalisti o collaboratori uccisi dal 2000, tra cui la giornalista investigativa Anna Politkovskaya, assassinata nell’atrio del suo edificio nel giorno del compleanno di Vladimir Putin. Una delle giornaliste del giornale, Elena Milachina, è stata ricoverata in ospedale a luglio dopo essere stata brutalmente aggredita in Cecenia.
Secondo il ministero, Muratov – noto per essere un oppositore del presidente russo Vladimir Putin e per le sue critiche all’invasione dell’Ucraina – ha utilizzato «piattaforme straniere per diffondere opinioni volte a formare un atteggiamento negativo nei confronti della politica estera ed interna della Federazione Russa».
Inoltre, secondo Mosca, Muratov avrebbe partecipato «alla creazione e alla diffusione» di questo tipo di messaggi. Nella «lista nera», come riportato dall’agenzia di stampa Interfax, è stato inserito anche il comico Ruslan Bely, che si è espresso contro la cosiddetta «operazione militare speciale in Ucraina», eufemismo usato dalla Russia per riferirsi all’invasione.
Allo stesso modo sono stati inclusi, tra gli altri, il dissidente e scrittore Oleg Radzinski, l’ex deputato dell’Assemblea legislativa di San Pietroburgo Maxim Reznik, l’ex conduttrice televisiva dell’Eco di Mosca Kseniya Larina e l’economista Konstantin Sonin.