Il bilancio del terremoto di magnitudo 7.0 che ha colpito la regione di Marrakech, in Marocco, nella notte tra venerdì e sabato, è ancora provvisorio, ma si aggrava di ora in ora. Le autorità locali hanno comunicato che il numero delle vittime è salito a 2.862, con oltre 2.400 feriti.
Le zone più colpite sono quelle di Khenifra, Azilal e Beni Mellal, dove interi villaggi sono stati rasi al suolo. Le macerie hanno travolto case, scuole e ospedali, seppellendo sotto di esse centinaia di persone.
Le operazioni di soccorso sono ancora in corso, ma sono rese difficili dalle condizioni del terreno, che è stato sconvolto dal sisma. I soccorritori stanno lavorando senza sosta per cercare di salvare le persone intrappolate sotto le macerie, ma le speranze di ritrovare superstiti diminuiscono di ora in ora.
Il governo marocchino ha dichiarato lo stato di emergenza nella regione colpita dal terremoto e ha lanciato un appello alla solidarietà internazionale. Aiuti sono arrivati da diversi Paesi, tra cui Francia, Spagna, Germania, Italia, Turchia e Stati Uniti.
Polemiche sulla mancata accettazione degli aiuti francesi
La notizia che il governo marocchino ha rifiutato gli aiuti della Francia, storica alleata del Marocco, ha suscitato polemiche in entrambi i Paesi.
Il ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna, ha espresso il suo disappunto per la decisione marocchina, definendola “inaccettabile”.
La stampa marocchina, invece, ha giustificato la decisione del governo, per la posizione della Francia sul Sahara Occidentale.
La ricostruzione sarà un’impresa difficile
La ricostruzione delle zone colpite dal terremoto sarà un’impresa difficile e costosa. Le autorità marocchine hanno stimato che i danni ammontano a diversi miliardi di dollari.
Il governo ha annunciato che si impegnerà a ricostruire le infrastrutture e le abitazioni distrutte, ma il processo richiederà tempo e risorse.
La tragedia del terremoto ha colpito un Paese che sta già affrontando una serie di sfide, tra cui la crisi economica e la pandemia di Covid-19.