Repressione. Un tribunale militare russo ha condannato a 8 anni di reclusione un attivista politico per aver pubblicato su internet dei video in cui si schierava contro l’invasione dell’Ucraina ordinata da Putin e denunciava il massacro di civili commesso a Bucha dalle truppe del Cremlino: lo scrivono diversi media, tra cui l’Afp che cita un portavoce del tribunale militare di Yekaterinburg, nella regione degli Urali.
Richard Rouz, secondo l’ong per la difesa dei diritti umani Ovd-Info era stato arrestato nell’aprile dell’anno scorso e accusato sulla base della legge bavaglio che prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull’esercito russo che dovessero essere giudicate «false» dalle autorità: di fatto, un modo per vietare ogni critica contro la guerra.
Secondo Novaya Gazeta Europa, anche la moglie, Maria Rouz, era stata arrestata lo stesso giorno per la sua contrarietà alla guerra. Stando a Ovd-Info, la donna era poi stata rilasciata in attesa di giudizio ed era fuggita in Armenia, dove era stata a sua volta arrestata ma poi rilasciata. Novaya Gazeta Europa fa sapere inoltre che Richard Rouz accusa la polizia di averlo picchiato nel momento dell’arresto.
Secondo Ovd-Info, sono circa 20.000 le persone che sono state fermate o arrestate in Russia per essersi schierate contro l’invasione dell’Ucraina.