La Bulgaria dona a Kiev missili terra-aria S-300 di fabbricazione sovietica
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La Bulgaria dona a Kiev missili terra-aria S-300 di fabbricazione sovietica

Il Parlamento bulgaro ha preso la decisione di donare missili di fabbricazione sovietica all'Ucraina. "Si tratta di missili terra-aria S-300 difettosi che la Bulgaria non può riparare ma che possono essere utilizzati dall'esercito ucraino

La Bulgaria dona a Kiev missili terra-aria S-300 di fabbricazione sovietica
Parlamento bulgaro
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27 Settembre 2023 - 16.52


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Il Parlamento bulgaro ha preso la decisione di donare missili di fabbricazione sovietica all’Ucraina. “Si tratta di missili terra-aria S-300 difettosi che la Bulgaria non può riparare ma che possono essere utilizzati dall’esercito ucraino”, ha dichiarato il presidente della Commissione Difesa, Hristo Gadjev.

Gli esperti ritengono che l’Ucraina abbia la capacità di riparare questi missili o utilizzarli come pezzi di ricambio. La Bulgaria, membro dell’UE e della NATO, ma con radici storiche e culturali legate a Mosca, aveva inizialmente rifiutato di fornire qualsiasi assistenza militare all’Ucraina. Tuttavia, questa posizione è cambiata nel giugno di quest’anno sotto la guida di un nuovo governo filo-europeo. Da allora, il Paese balcanico ha deciso di inviare all’Ucraina circa un centinaio di veicoli blindati e di fornire munizioni per armi leggere provenienti dalle scorte della polizia.

Tuttavia, la classe politica bulgara rimane profondamente divisa sull’argomento. Il nuovo provvedimento, presentato da tre gruppi parlamentari con 168 seggi sui 240 del Parlamento, ha scatenato accesi dibattiti e il voto si è svolto a porte chiuse, una procedura senza precedenti. “La decisione è stata approvata e il caso è chiuso”, ha dichiarato uno dei deputati promotori dell’iniziativa, Delyan Peevski.

L’opposizione socialista ha annunciato di aver boicottato il voto, definendolo un “tradimento nazionale”. Il presidente Rumen Radev, strenuamente contrario a qualsiasi invio di aiuti militari per timore di un’escalation e per evitare di contrariare il Cremlino, ha accusato il governo e il Parlamento di comportarsi come “donatori agli eserciti stranieri”, mettendo a rischio le forze armate bulgare.

Sofia possiede ampie scorte di armi, e le sue fabbriche producono armamenti a pieno regime sin dall’invasione russa dell’Ucraina.

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