Speranze di pace? No. «La nostra posizione resta valida: siamo pronti a negoziare, ma tenendo conto della realtà che si è sviluppata sul terreno e dei nostri interessi di sicurezza, ovvero impedire la creazione ai confini della Russia di un regime nazista ostile».
Lo ha detto il ministro degli Esteri di Mosca, Sergei Lavrov, in un’intervista alla Tass.
«Non vediamo alcun segnale serio da parte occidentale, e il regime di Kiev continua ad agire e a comportarsi come se fosse lui a dettare legge – ha aggiunto – questa è una posizione assolutamente senza uscita».
Le accuse all’Occidente
I Paesi occidentali hanno rovinato l’integrità territoriale dell’Ucraina confessando di aver pianificato di non attuare gli accordi di Minsk. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in un’intervista alla Tass. «Quando coloro che hanno elaborato gli accordi di Minsk insieme a Vladimir Putin – ha spiegato – hanno riconosciuto di averlo effettivamente ingannato poiché non avevano pianificato di attuare gli accordi, hanno rovinato l’integrità territoriale dell’Ucraina».
Lavrov ha osservato che l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, l’ex presidente francese François Hollande e l’ex presidente ucraino Pyotr Poroshenko avevano affermato l’anno scorso che l’unico obiettivo degli accordi di Minsk «era quello di guadagnare tempo per ricostituire le scorte di armi affinché il regime ucraino potesse combattere contro l’esercito russo. Se avessero attuato gli accordi di Minsk, avrebbero garantito l’integrità territoriale dell’Ucraina perché questo è lo scopo degli accordi: l’integrità territoriale avrebbe dovuto essere ripristinata dopo che il Donbass – le repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk – avessero ricevuto lo status speciale».