Migranti: i gradassi al governo a Roma e il "ruggito del coniglio" verso la Germania
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Migranti: i gradassi al governo a Roma e il "ruggito del coniglio" verso la Germania

Di quelli che governano oggi l’Italia si potrebbe dire: gradassi seriali nei confronti dei più indifesi, ridicoli quando alzano la voce contro i potentati, interni ed esterni.

Migranti: i gradassi al governo a Roma e il "ruggito del coniglio" verso la Germania
Meloni e Orban
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

28 Settembre 2023 - 20.01


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Forte con i deboli, deboli con i forti. Lo si diceva di Bettino Craxi, quando era presidente del Consiglio.

Di quelli che governano oggi l’Italia si potrebbe dire: gradassi seriali nei confronti dei più indifesi, ridicoli quando alzano la voce contro i potentati, interni ed esterni.

Gradassi con gli indifesi

E più indifesi tra gli indifesi sono i bambini. E tra i bambini, una delle categorie più a rischio sono i minori stranieri non accompagnati. Quelli contro cui i gradassi al Governo si sono accaniti nell’ultimo decreto, da Globalist ribattezzato il “decreto Vergogna”.

“Preoccupazione di fronte al rischio di una riduzione delle tutele a favore dei minori stranieri non accompagnati viene espressa da Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine e garantire loro un futuro – alla luce delle anticipazioni stampa sul cosiddetto DL Immigrazione-bis, all’esame del Consiglio dei Ministri.

Dalla stampa si apprende, infatti, che il provvedimento interverrebbe in merito all’accertamento dell’età dei minori non accompagnati che giungono in Italia, riducendo le garanzie in favore dei minorenni e aumentando il rischio di errori di valutazione.  L’Organizzazione ricorda che l’accertamento dell’età è previsto in primis a favore del minore, per l’accesso ai diritti essenziali e per la sua protezione. È importante che tale procedura avvenga nel quadro di un previo controllo giurisdizionale e al netto di altre considerazioni, quali l’emergenza e l’urgenza. La stessa procedura deve garantire sempre e in ogni circostanza l’approccio olistico e multidisciplinare definito dall’apposito Protocollo, già approvato dalla Conferenza Stato Regioni.

Un altro elemento di grande preoccupazione è il possibile inserimento di minorenni ultra-sedicenni in centri di accoglienza destinati agli adulti. “La previsione di centri destinati esclusivamente ai minorenni che arrivano da soli nel nostro Paese rappresenta una fondamentale misura di protezione rispetto alla quale è importante non arretrare. Riteniamo essenziale che l’Italia si doti di una rete di centri di prima accoglienza governativi dedicati ai minorenni e distribuiti in tutte le regioni, come primo passo per un positivo inserimento all’interno della rete di accoglienza diffusa del SAI” dichiara Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children.

 “Ciò che va posto al centro dell’attuale dibattito sul tema è che parliamo prima di tutto minorenni, bambine e bambini, ragazze e ragazzi con un portato di vita, traumi, ma anche sogni e speranze rispetto ai quali abbiamo la responsabilità di esercitare un dovere di cura. Ce lo chiede il diritto ma anche il buonsenso. Auspichiamo che il Consiglio dei Ministri non adotti effettivamente tali provvedimenti, per evitare di trovarci di fronte a un importante restringimento delle tutele dei minori soli che arrivano nel nostro Paese che non troverebbero un sistema pronto ad accoglierli, quale quello determinato dalle Legge 47 del 2017. Come ricordato stamattina dalla Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, i diritti dei minori richiedono una responsabilità e un impegno comune che deve essere al centro delle risposte politiche, che non devono essere guidate da una logica emergenziale” conclude Milano”.

Nessuna delle più che fondate richieste di Save the Children è stata recepita dagli “erodi” della destra.

Spezzeremo le reni alla perfida Germania

Tragicomico. E’ la cifra, azzeccata, del commento, per Today, di Fabio Salamida: “Il nuovo nemico giurato dei partiti che compongono la maggioranza è la Germania, “colpevole” di finanziare le terribili navi delle Ong che ci farebbero “invadere” dai migranti africani. Ad alimentare la singolare tesi del complotto internazionale è stato principalmente il leader della Lega, Matteo Salvini, che evidentemente non vedeva l’ora di trovare un buon argomento per tornare a far propaganda anti-immigrazione trovando qualcuno da incolpare che non fosse il Ministro dell’Interno; quel povero Matteo Piantedosi da lui stesso indicato. Fratelli d’Italia ha tenuto il passo mandando avanti il Ministro della Difesa, Guido Crosetto (che si è dovuto accontentare di una “misera” replica di un funzionario teutonico…) e la stessa premier Giorgia Meloni, che ha addirittura scritto di suo pugno una lettera di protesta al cancelliere Olaf Scholz.

Una propaganda delirante

Delle tante dichiarazioni di queste ore, quelle che più fanno mettere le mani nei capelli sono del vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, che si è cimentato in un’analisi storica da far rabbrividire quel militante del suo partito che sul pratone di Pontida proponeva di cedere gratuitamente l’isola di Lampedusa all’Africa: “Stanno cercando di destabilizzare il Governo – ha detto Crippa –  attraverso il finanziamento delle Ong, per riempirci di clandestini e far scendere il consenso del centrodestra in Italia”. E ancora: “Ottant’anni fa il Governo tedesco decise di invadere gli stati con l’esercito ma gli andò male, ora finanziano l’invasione dei clandestini per destabilizzare i governi che non piacciono ai socialdemocratici”.

Nella speranza che il Governo tedesco sia consapevole del livello non proprio eccelso della nostra attuale classe politica e la prenda a ridere, rinunciando a ritorsioni economiche o a una nuova invasione militare, è evidente che la linea di Lega e Fratelli d’Italia sia quella di esasperare i toni per nascondere la totale inefficacia dei provvedimenti messi in campo fino ad ora dall’esecutivo, dal “Decreto Cutro” agli “accordi di Pulcinella” con la Tunisia. È figlio di questa strategia anche il pizzo di Stato di 4.938 euro che sarà chiesto ai migranti che avanzeranno richiesta d’asilo per non finire in delle prigioni, in attesa di conoscere il loro destino. Per giustificare un Paese europeo che si comporterà esattamente come si comportano gli scafisti, Salvini ha rispolverato una vecchia leggenda metropolitana: “Molti di loro arrivano con il telefonino, le scarpe, la catenina, l’orologino”, ha detto di fronte a un Paolo Del Debbio assai stupito. Continuare a spiegare al leader della Lega e soprattutto ai suoi elettori che quei vestiti e quei cellulari non sono affatto capi firmati o iPhone15, ma possono essere acquistati per pochi dollari sui mercatini dei Paesi d’origine dei migranti, è da anni una causa persa. Il leader del Carroccio vorrebbe anche che le Ong finanziate dal Governo tedesco portassero i migranti che salvano nei loro Paesi e non in Italia: anche facendo finta che non esista il Trattato di Dublino, una delle due associazioni che riceveranno il finanziamento è l’italianissima Comunità di Sant’Egidio. Andrà meglio la prossima volta.

No, le Ong non attirano i migranti

La guerra alle organizzazioni umanitarie che salvano da morte certa uomini, donne e bambini nel Mediterraneo, si basa su una colossale bufala, ovvero che la presenza delle loro navi sia un fattore di attrazione e che spinga molte più persone a partire. È un dogma che è stato evocato anche dalla stessa Giorgia Meloni nella lettera al cancelliere tedesco: “È ampiamente noto – scrive Giorgia Meloni – che la presenza in mare delle imbarcazioni delle Ong ha un effetto diretto di moltiplicazione delle partenze di imbarcazioni precarie che risulta non solo in ulteriore aggravio per l’Italia, ma allo stesso tempo incrementa il rischio di nuove tragedie in mare”. In realtà è ampiamente noto che ciò che scrive la Presidente del Consiglio non fonda su nessuna evidenza: la tesi del cosiddetto “pull factor” è da sempre smentita dai numeri e lo è ancor di più leggendo quelli dell’ultimo anno: a fronte di oltre 133mila migranti sbarcati in Italia, quelli salvati dalle Ong sono meno di 4mila, circa il 4% del totale. Insomma, dovendo proprio immaginare qualcosa di diverso dalla fame e dalla sete che spinga sempre più migranti a partire, è assai poco credibile puntare il dito contro una piccola donazione del Governo tedesco a un paio di associazioni umanitarie. Più facile immaginare che quel qualcosa sia proprio il Governo Meloni: magari i tanti “like” della campagna “Open to Meraviglia” hanno portato i loro frutti, in fondo sono in maggioranza di utenti che vivono in Paesi lontanissimi; magari vengono qui per i tanti bonus erogati alle famiglie con tanti figli; magari sono attratti dalla nostra buona tavola, continuamente sponsorizzata dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti; magari dai prodotti a chilometro zero che sono stati offerti a Marine Le Pen al raduno di Pontida… altro che Germania”.

Niente da aggiungere.

Riflessioni da Bergamo

A parlare è il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori (Pd), in una interessante intervista ad Annalisa Cangemi per Fanpage.it. 

Di seguito alcuni passaggi.

Lei ha contestato la lettera che Meloni ha inviato a Scholz. Perché?

C’è un ricorrente tentativo da parte del governo e della destra di trovare dei capri espiatori, dei nemici, per giustificare una situazione che non è emergenziale, ma da molto tempo è un dato strutturale con cui fare i conti. In particolare, le missioni di salvataggio delle Ong sono state più volte indicate come un ‘fattore attrattivo’ come se la loro presenza in mare incentivasse le persone a partire dalle coste africane. Una circostanza totalmente smentita dai fatti. In primo luogo bisogna sottolineare che sul totale delle persone che vengono recuperate, soltanto il 4,5% sono tratte in salvo dalle Ong, cioè una percentuale assolutamente residuale. Inoltre, quando il governo ha posto delle limitazioni ai movimenti di quelle organizzazioni, il numero degli sbarchi, anziché ridursi, è aumentato. Nella lettera a Scholz ritorna invece l’accusa alla Germania di favorire indirettamente l’incremento dei flussi migratori.

Ma c’è ancora un altro elemento in quella missiva, e cioè Meloni biasima la Germania, incolpandola di non fare abbastanza sull’accoglienza dei migranti…

La nostra premier forse non sa che la Germania ne accoglie molti di più di quanto facciamo noi. L’Italia per la sua posizione geografica è uno dei principali punti di approdo nel Mediterraneo, ma non è la principale destinazione dei migranti. Lo dicono i dati: nel 2022 le richieste di protezione in Italia sono state 104.000, contro le 243.000 registrate da Berlino. L’Italia è solo al quarto posto, dopo Germania, Francia e Spagna. E questo perché molti dei migranti che arrivano in Italia tendono a spostarsi in altri Paesi. Anche quest’anno la Germania è il Paese in Europa con il più alto numero di richieste di asilo – finora oltre 162.000 nei primi sei mesi del 2023. Senza contare che in questo momento la Germania sta accogliendo oltre un milione di profughi ucraini. Quindi, per quanto faticosa sia la posizione dell’Italia, su cui è certamente giusto richiamare un principio di solidarietà europea, è del tutto fuori luogo che il governo italiano si lamenti perché Berlino non fa abbastanza sull’accoglienza.

Ha ragione Salvini quando dice che l’ammissione dei finanziamenti da parte della Germania alle Ong è la prova dell’esistenza di una regia dietro gli sbarchi? È la prova del teorema di Salvini?

Direi proprio di no. Se mettiamo in chiaro una volta per tutte che le missioni in mare delle Ong non sono un fattore attrattivo, e ve n’è ampia evidenza, aiutare queste organizzazioni nella loro attività di salvataggio non può essere un demerito. Salvini è tornato anche a parlare di “invasione”. Ha ragione? No, e anche qui lo dicono i numeri: da 10 anni il numero degli stranieri sul suolo italiano è infatti sempre lo stesso, 5 milioni. L’Italia in questi anni è stata prevalentemente terreno di transito, e non destinazione ultima dei flussi migratori. La verità è che Salvini usa gli argomenti e i toni della propaganda per mettere in difficoltà – da destra – Giorgia Meloni e il suo partito.

Per Salvini le dichiarazioni del governo tedesco sono un “atto ostile”. Un’espressione che non sembra molto diversa da quella utilizzata dal braccio destro di Meloni, il ministro della Difesa Crosetto, che le ha definite una “grave anomalia”.

L’impressione è che Meloni sia stata trascinata in questa polemica dall’aggressività di Salvini. Ma a chi giova? Che interesse ha l’Italia a litigare col governo tedesco? A me pare che l’interesse nazionale dovrebbe guidarci, al contrario, a ricercare il massimo allineamento con Germania e Francia per la revisione del Trattato di Dublino, che dal 2013 pone il nostro Paese in una condizione di grande difficoltà, perché prevede che gli immigrati rimangano nel Paese di primo approdo. Il nostro interesse dovrebbe essere quello di collaborare con Parigi o Berlino, piuttosto che fare a sportellate. Nei giorni scorsi il presidente Mattarella ha incontrato il presidente tedesco Steinmeier, da cui sono venuti significativi segnali d’apertura nel segno della solidarietà; segnali che il governo avrebbe avuto interesse a raccogliere, anziché riaccendere la polemica”.

Ma la polemica, chiosiamo noi di Globalist, è il sale di questo Governo. Un sale sparso dentro e fuori i confini nazionali. 

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