A Gaza si continua a sparare e a morire. Gli scontri tra forze israeliane e Hamas proseguono, e la conta delle vittime purtroppo non accenna a fermarsi. Secondo le Forze di Difesa Israeliane, da sabato mattina sono stati uccisi almeno 700 israeliani e ci sarebbero oltre 2.150 feriti, mentre sarebbero circa 430 vittime e almeno 2.300 feriti sul lato palestinese.
Il Washington Post sostiene che Israele possa lanciare un’ampia operazione via terra contro Hamas a Gaza nelle prossime 24-48 ore. Il voto a favore della guerra da parte del gabinetto israeliano potrebbe, infatti, segnalare un’operazione più ampia: consentirebbe al governo di espandere la mobilitazione militare e di impiegare una gamma più letale di opzioni militari.
L’Iran, intanto, ha negato il coinvolgimento nel blitz mentre il ministero degli esteri di Abu Dhabi afferma come «gli attacchi di Hamas contro le città e i villaggi israeliani vicino alla Striscia di Gaza, così come il lancio di migliaia di razzi su località abitate rappresentano un’escalation seria e grave».
La missione dell’Iran presso le Nazioni Unite ha negato il coinvolgimento di Teheran nell’attacco sferrato da Hamas nel sud di Israele. «Siamo fermamente a sostegno incondizionato della Palestina. Tuttavia non siamo coinvolti nella risposta della Palestina, poiché viene presa esclusivamente dalla Palestina stessa», ha affermato la missione iraniana delle Nazioni Unite».
«La missione iraniana ha inoltre affermato che «le misure adottate dalla Palestina costituiscono una difesa del tutto legittima contro settant’anni di occupazione oppressiva e crimini atroci commessi dall’illegittimo regime sionista».
Sul fronte interno in Israele, si intensificano le dichiarazioni per cercare di formare un governo di unità nazionale. Il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che «la realtà impone che l’unità e la coesione siano ciò che serve per sconfiggere i nostri nemici. Lasciamo indietro le squadre e abbandoniamo i negoziati. Invito il primo ministro Netanyahu e Benny Gantz a essere all’altezza della situazione, incontrarsi immediatamente e concordare sulla creazione di un governo nazionale di emergenza».
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