I Patriarchi di Gerusalemme contro Israele per le chiese bombardate a Gaza: "Restiamo qui"
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I Patriarchi di Gerusalemme contro Israele per le chiese bombardate a Gaza: "Restiamo qui"

 I Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme esprimono la loro «forte condanna» per «gli attacchi aerei israeliani» alla chiesa di San Porfirio a Gaza e sottolineano che non lasceranno la Striscia.

I Patriarchi di Gerusalemme contro Israele per le chiese bombardate a Gaza: "Restiamo qui"
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22 Ottobre 2023 - 12.26


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 I Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme esprimono la loro «forte condanna» per «gli attacchi aerei israeliani» alla chiesa di San Porfirio a Gaza e sottolineano che non lasceranno la Striscia.

«Nonostante la devastazione causata alle nostre e ad altre istituzioni sociali, religiose e umanitarie, restiamo comunque pienamente impegnati ad adempiere al nostro sacro e morale dovere di offrire assistenza, sostegno e rifugio a quei civili che vengono da noi in un bisogno così disperato. Anche di fronte alle incessanti richieste militari di evacuare le nostre istituzioni di beneficenza e i nostri luoghi di culto, non abbandoneremo questa missione cristiana, perché non c’è letteralmente nessun altro posto sicuro al quale questi innocenti possano rivolgersi». 

 Patriarchi e Capi delle Chiese di Gerusalemme, che hanno le loro istituzioni nella zona di Gaza e che Israele chiede di sgomberare, confermano che non lasceranno la Striscia. La loro nota, diffusa ieri sera, è supportata da Justin Welby, Arcivescovo di Canterbury, in questi giorni a Gerusalemme per esprimere solidarietà alle Chiese colpite, dall’ospedale anglicano allo stabile della chiesa ortodossa.

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Parlando di San Porfirio nella nota si riferisce che «queste esplosioni hanno portato al crollo improvviso e catastrofico di due sale della chiesa attorno alle quali dormivano decine di rifugiati, tra cui donne e bambini. Decine di loro si sono ritrovati immediatamente schiacciati sotto le macerie. Molti sono rimasti feriti, alcuni gravemente. Secondo l’ultimo conteggio, i morti sono diciotto, di cui nove bambini».

«Nel condannare questo attacco contro un sacro luogo di rifugio, non possiamo ignorare che questo non è che l’ultimo caso di civili innocenti feriti o uccisi a seguito di attacchi missilistici contro altri rifugi di ultima istanza. Tra questi ci sono scuole e ospedali da cui i rifugiati erano fuggiti perché le loro case erano state demolite durante l’incessante campagna di bombardamenti condotta contro le aree residenziali di Gaza nelle ultime due settimane», sottolineano i leader cristiani della Terra Santa.

I capi delle Chiese ricordano che Dio chiama ad avere cura dei «più vulnerabili. E dobbiamo farlo non solo in tempo di pace. La Chiesa deve agire come Chiesa soprattutto in tempi di guerra, perché è allora che la sofferenza umana è massima».

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Infine i leader religiosi lanciano un appello alla comunità internazionale: «Non possiamo portare a termine questa missione da soli. Chiediamo quindi alla comunità internazionale di applicare immediatamente la protezione a Gaza per i santuari di rifugio, come ospedali, scuole e luoghi di culto. E chiediamo un cessate il fuoco umanitario immediato in modo che cibo, acqua e forniture mediche vitali possano essere consegnati in sicurezza alle agenzie di soccorso che si occupano delle centinaia di migliaia di civili sfollati a Gaza, comprese quelle gestite dalle nostre stesse chiese».

«Infine, invitiamo tutte le parti in conflitto – conclude la nota – a ridurre l’escalation della violenza, a cessare di prendere di mira indiscriminatamente i civili su tutti i fronti e ad operare nel rispetto delle regole internazionali di guerra». Solo così si potrà avviare una azione diplomatica «in modo che una pace giusta e duratura possa finalmente essere raggiunta in tutta la nostra amata Terra Santa, sia nel nostro tempo, sia per le generazioni a venire».

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