A New York c’è una conferenza molto importante. Per il disarmo atomico. E proprio per questa oscurata dalla stampa mainstream che da tempo ha calzato l’elmetto guerrafondaio (vedi Ucraina e Gaza).
Una Conferenza che dà speranza
Da un dettagliato report di Rete Italiana Pace e Disarmo (Ripd).
“È nel pieno del suo svolgimento alla sede delle Nazioni Unite di New York la seconda Conferenza degli Stati parti del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (TPNW), la prima norma internazionale che mette completamente al bando tali ordigni (al momento ratificata da 69 Paesi).
L’obiettivo principale della Conferenza, in corso sotto la presidenza del Messico e aperta dai discorsi dei rappresentanti dei principali Paesi sostenitoridi questo percorso e dall’intervento dell’Alto Rappresentante dell’Onu per il disarmo Izumi Nakamitsuè quello di esaminare i progressi compiuti nell’attuazione del Trattato dopo la Prima Conferenza di Vienna e concordare azioni per rafforzarlo ulteriormente. Con il Progetto Manhattan New York è stato il luogo in cui si è iniziata la costruzione delle armi nucleari: la seconda riunione del TPNW al palazzo di Vetro è il luogo in cui oggi si sta continuando a progettare la loro fine.
L’incontro serve anche a sottolineare la necessità di abbandonare la teoria della deterrenza nucleare, che costituisce una minaccia inaccettabile per l’umanità e il pianeta richiedendo contemporaneamente la fine del dispiegamento di armi nucleari in Stati terzi, la cosiddetta condivisione nucleare (“Nuclear sharing”). La politica della deterrenza, presentata come una realtà oggettiva dai Paesi nucleari, è in realtà una scommessa non dimostrata, basata sulla minaccia implicita di usare ordigni distruttivi, che ha portato il mondo vicino alla guerranucleare in diverse occasioni, mentre la condivisione nucleare è una pratica pericolosa che aggrava ulteriormente i rischi di proliferazione e di uso del nucleare. Entrambe le attività sono vietate dal Trattato TPNW.
Da questa minaccia esistenziale per l’umanità deriva la necessitàdi allargare il dibattito, che in questi giorni a New York non è solo limitato ai rappresentanti degli Stati Partidel Trattato.Il pericolo provocato dagli arsenali nucleari tocca le comunità di tutto il mondo e dunque è fondamentale il ruolo della società civile internazionale, riunita nellaInternational Campaign to Abolish Nuclear Weapons. LaDirettrice esecutiva di Ican Melissa Parke nel suo intervento ha affermato: “”Attraverso il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari stiamo cercando di emancipare l’umanità dalla minaccia sempre presente e crescente dell’annientamento nucleare – una minaccia perpetuata da un piccolo numero di Stati a scapito di tutti noi. Con questo Trattato stiamo anche lavorando per assistere le comunità che ancora soffrono per l’eredità tossica degli esperimenti nucleari condotti decenni fa, il più delle volte da potenze coloniali che hanno mostrato poca o nessuna preoccupazione per il devastante tributo umano e ambientale”.
Un momento fondamentale della prima giornata della Conferenza è stato anche il meeting dei “Parlamentari per il TPNW”, un gruppo internazionale di rappresentanti eletti creato lo scorso anno a Vienna in occasione della prima Conferenza del Trattato. I 23 partecipanti provenienti da 14 Paesi hanno sottolineato il loro deciso sostegno al Trattato sulla proibizione delle Armi Nucleari e la volontà di renderlo una priorità politica nei rispettivi Parlamenti, a partire dalla consapevolezza delle catastrofiche conseguenze umanitarie delle armi nucleari. I parlamentari hanno fatto eco alle richieste della società civile verso i Governi affinché anche in futuro possano prendere parte come Osservatori alle riunioni degli Stati Partidel TPNW come passo preliminare verso l’adesione al Trattato.
Approfittando della presenza all’Onu per i lavori della Conferenza, una delegazione della campagna “Italia, ripensaci” promossa da Rete Italiana Pace Disarmo e Senzatomica, accompagnata dall’On. Laura Boldriniin rappresentanza del Parlamento italiano, ha incontrato il Rappresentante permanente italiano presso le Nazioni Unite Ambasciatore Maurizio Massari. Obiettivo della delegazione – composta da Daniele Santi, Alessja Trama e Marta Modena di Senzatomica, e da Francesco Vignarca della Rete Pace Disarmo – era quello di riportare anche a livello diplomatico le motivazioni, purtroppo non ascoltate dal Governo, per cui era stata richiesta una presenza dell’Italia come osservatore alla Conferenza, in modo da favorire una partecipazione al confronto internazionale su un tema così cruciale come quello del disarmo nucleare.
Durante ilcordiale e approfondito confronto con l’Ambasciatore Maurizio Massari si è avuta la possibilità di sottolineare non solo l’importanza di sollecitare un protagonismo dell’Italia sul tema del disarmo nucleare globale (da tempo rivendicato come obiettivo da parte del nostro Paese), ma soprattutto la necessità di concretizzare passi di avvicinamento ai contenuti del Trattato per la proibizione delle ami nucleari, in particolare nell’ambito dell’assistenza alle popolazioni vittime di armi e testnucleari e ai rimedi per gli ambienti contaminati dallo sviluppo degli arsenali nucleari.
La campagna “Italia, ripensaci” continuerà a spendersi per un confronto con il Governo e le istituzioni italianeper favorire decisioni positive e utili al disarmo nucleare in tutto il mondo”.
Un impegno al quale, come sempre, Globalist darà il risalto che merita.
Assenza ingiustificabile
Sempre da Ripd: “Il Governo italiano ha deciso di non partecipare alla SecondaConferenza degli Stati parti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW), La decisione è stata annunciata dalla Sottosegretaria agli Esteri On. Maria Tripodi in Commissione Esteri, nella sua risposta all’interrogazione presentata dall’On. Laura Boldrini, prima firmataria della Risoluzione approvata con votazione unanime a luglio in Commissione Esteri della Camera dei Deputati che aveva impegnato il Governo ad agire verso l’obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari chiedendo di valutare unapossibile partecipazione dell’Italia come Paese osservatorealla Conferenza del Trattato TPNW.
Il Governo italiano ha affermato di “condividere con gli Stati parti del Trattato l’obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari” e di apprezzare “il ruolo svolto dai Parlamenti e dalla società civileper il raggiungimento di questo obiettivo” ma nonostante ciò ha deciso di non voler partecipare a un confronto costruttivo con i Paesi che hanno già aderito alla prima e unica norma internazionale che mette al bando le armi nucleari. Il Trattato sulla Proibizione delle armi nucleari TPNW infatti proibisce agli Stati di sviluppare, testare, produrre, realizzare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare gli armamenti nucleari, o anche permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio. Inoltre impedisce loro di assistere, incoraggiare o indurre altri Paesi ad essere coinvolti in tali attività proibite.
Rete Italiana Pace Disarmo e Senzatomica (partner italiani della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons e promotori della campagna “Italia, ripensaci”) esprimono delusione per la scelta annunciata dal Governo italiano, che in questo modo si autoesclude da uno dei percorsi più concreti di disarmo nucleare globale: “Noi saremo comunque presenti a New York la prossima settimana, per lavorare insieme a Governi, società civile internazionale, popolazioni colpite da uso e test di armi nucleari al fine di fare ulteriori passi avanti verso la messa al bando di questi ordigni. In quella sede rappresenteremo la grande maggioranza delle italiane e degli italiani favorevole all’eliminazione del pericolo nucleare“.
L’auspicio per il futuro è quello di un cambio di rotta da parte dell’Italia che porti ad una eliminazione dal nostro territorio delle testate nucleari statunitensi,come base per un nuovo protagonismo del nostro Paese nelle azioni multilaterali di disarmo nucleare. Magari a partire dalla realizzazione di progetti nell’ambito della Assistenza alle vittime e risanamento ambientale»(prevista dall’articolo 6 del TPNW), una delle principali azioni concrete che si possono mettere in atto per costruire il disarmo nucleare, da tempo una delle richieste principali avanzate da “Italia ripensaci”.