In Venezuela si è tenuto un referendum molto contestato sull’annessione della ricchissima regione di Esequibo, contesa con la Guyana da decenni. L’esito della votazione ha dato ragione a Nicolàs Maduro, che proverà quindi a mettere le mani su un terreno vastissimo e ricco di minerali. Inoltre, l’Esequibo fornisce l’accesso a un’area dell’Atlantico dove il gigante dell’energia ExxonMobil ha scoperto petrolio in quantità commerciali nel 2015, attirando l’attenzione del governo di Maduro.
Il presidente della Guyana, Irfaan Ali, ha risposto a Maduro in un discorso alla folla al National Stadium di Providence, assicurando che «non si lascerà calpestare» dal Venezuela e che «nessuna propaganda o menzogna metterà paura nel mio cuore o nel cuore dei guyanesi».
Timori in Brasile, visto che la regione annessa da Caracas confina proprio con il Paese governato da Lula. Celso Amorim, massimo consigliere per gli affari internazionali del presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha espresso la sua preoccupazione per una possibile escalation militare tra Venezuela e Guyana.
Amorim ha ribadito che il governo brasiliano vuole avere «buoni rapporti con Venezuela e Guyana, ma la Guyana potrebbe anche adottare in questa crisi misure che non sono di nostro interesse, come chiamare in aiuto truppe di altri Paesi in caso di invasione. E questo non è certo positivo.»
Ieri Lula, dagli Emirati arabi uniti, ha espresso la sua preoccupazione per la situazione e ha chiesto «buon senso» al Venezuela e alla Guyana.