Resistenza e compassione: la storia di Orikhiv durante l'invasione russa in Ucraina
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Resistenza e compassione: la storia di Orikhiv durante l'invasione russa in Ucraina

Orikhiv è una cittadina dell'Ucraina della parte sud orientale del Paese. Nel 2021, prima che l'invasione russa portasse qui l'inferno e la distruzione, ci vivevano 14mila persone.

Resistenza e compassione: la storia di Orikhiv durante l'invasione russa in Ucraina
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13 Dicembre 2023 - 15.11


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La guerra è cronaca di orrori che si fa Storia. Ma è anche cronaca di piccoli gesti quotidiani che sono l’arca di Noè dell’umanità, dei sentimenti che dovrebbero sempre appartenere all’umanità e che invece spesso rovinano in un dirupo di crudeltà.

Orikhiv è una cittadina dell’Ucraina della parte sud orientale del Paese. Nel 2021, prima che l’invasione russa portasse qui l’inferno e la distruzione, ci vivevano 14mila persone.

Per capire quanto la guerra qui sia stata crudele, basti pensare che nella storia dell’invasione russa, c’è un capitolo dal titolo: “La carneficina di Orikhiv”. Qui, bombe e cannonate ci hanno messo poco a dimezzare la popolazione. Morti e umanità in fuga.

Il fiume Konka non è lontano, la cittadina era sulla via del sale. Nella sua lunga storia, Orikhiv aveva conosciuto la guerra, ma dall’inizio di questa guerra è stata costantemente bombardata, scrivendo la pagina più tragica.

La centrale nucleare di Zaporozhye non è distante, per questo case e campagne attorno sono un fazzoletto strategico importante per ucraini e russi. Fazzoletto tinto di sangue, dal quale i sopravvissuti hanno preferito allontanarsi.

In questo scenario, ecco la piccola storia di resistenza di una anziana coppia. Anziana perché qui, ancor prima della guerra, si diventava presto vecchi. Con la guerra, il tempo ha assunto un peso più grave: ogni giorno, ogni settimana, tutti i mesi sono stati moltiplicati dal dolore e dagli stenti. Nelle foto di Meduza, il loro incredibile quotidiano.

Lyubov ha 61 anni, Yuriy 75 anni. Loro sono rimasti a Orikhiv, oggi l’offensiva russa è a soli 13 chilometri dalla loro casa. Lyubov e Yuriy provano a non sentirla la guerra, ogni giorno si prendono cura di cani e gatti lasciati soli dai tanti che sono stati costretti ad evacuare la cittadina da mesi in prima linea. Chi è fuggito, ha dovuto lasciarsi tutto alle spalle, anche gli affetti a quattro zampe. A loro ora, in attesa che l’inferno finisca, ci pensano Lyubov e Yuriy. Si muovono tra macerie e abbandono e ogni giorno arrivano puntuali all’appuntamento coi cani e coi gatti rimasti ad aspettare. Danno loro da mangiare, si assicurano che abbiano da bere, che possano avere un luogo coperto dove affrontare i rigori dell’inverno che in questi giorni ha steso un manto bianco pietoso sugli errori dell’uomo che si è messo contro l’uomo. Yuriy va in bici, con in testa, a memoria, la mappa dei quattrozampe da visitare, lei si preoccupa di racimolare quel che può per casa e per questa immensa famiglia allargata dai cannoni e dalla fuga per la sopravvivenza. Non solo da mangiare. Cani e gatti hanno bisogno di giocare, sono come bambini. E Lyubov e Yuriy fanno anche questo. È solo allora che dagli occhioni grandi del cagnolino che si affaccia dalla cuccia scompare il terrore. Qui, in quel che resta di Orikhiv uomini ed animali sperano che un giorno tutto questo finisca.

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