“Registra un video che ti va bene qui, o ti manderemo all’assalto senza biglietto di ritorno”. Le mogli dei soldati russi mobilitati per la guerra all’Ucraina denunciano pressioni e ricatti ai loro uomini al fronte. Opera portata avanti da ufficiali dell’FSB. Invitano i soldati a chiedere alle famiglie di starsene buone, zitte.
I Servizi segreti di Mosca lavorano pure sulle mogli dei soldati che hanno avuto l’ardire di denunciare la guerra, di chiedere il ritorno a casa dei loro familiari. La denuncia delle mogli dei mobilitati è stata pubblicata nel canale Telegram “Way Home”. I parenti dei mobilitati hanno risposto che se succede qualcosa ai loro cari, se hanno notizia di ritorsioni, porteranno la loro denuncia all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale: “Tutti sapranno chi l’ha fatto – scrivono – Daremo pubblicità internazionale alle vostre atrocità. E tutta la verità marcia sarà rivelata e verrà fuori”.
La denuncia va oltre, l’indice accusatorio delle mogli dei soldati scaraventati sul fronte ucraino è rivolto direttamente contro Putin:”La tua illusione di stabilità crollerà in un istante! Perché abbiamo bisogno di un presidente che finge che non esistiamo?”.
Alla fine di novembre, le mogli dei soldati russi al fronte hanno pubblicato un manifesto e una petizione contro la mobilitazione a tempo indeterminato, sempre sul canale Telegram Way Home. Di seguito, hanno organizzato un flash mob, attaccando adesivi sulle auto. Dicevano: “Fidati di tuo marito!”. Ed ancora, un paio di giorni addietro, rivolgendosi a Putin avevano scritto: “Vogliamo vivere in pace. O vai tu al fronte, vai a morire tu! “.