In un’intervista sul Canale 12 della tv israeliana, la 21enne franco-israeliana Mia Schem, rilasciata il 30 novembre da Hamas, racconta la prigionia a Gaza: «È importante per me rivelare la verità sulle persone che vivono a Gaza, su chi sono veramente», ha detto in una clip anticipata dall’emittente, «lì sono tutti terroristi, ero tenuta prigioniera da una famiglia palestinese, coinvolta con Hamas, compresi donne e bambini». «Mi sono chiesta: perché sono trattenuta in casa da una famiglia? Perché ci sono bambini e una donna qui?».
Sequestrata da Hamas al festival nel Negev, ha raccontato: «Ero a terra, coperta di sangue, ho gridato che avevo perso una mano… qualcuno ha iniziato a toccarmi la parte superiore del corpo, poi dal nulla qualcuno mi ha tirato per i capelli. Mi hanno messo in una macchina e mi hanno portato a Gaza».
«Per tre giorni sono stata nella stanza di un ospedale prima che mi portassero in sala operatoria, dove sono stata sottoposta a un intervento senza anestesia o antidolorifici. Ho visto il chirurgo, ma non il suo volto», ha riferito, «mi ha guardato e mi ha detto: `Non tornerai a casa viva”´. «Ho vissuto la Shoah», ha dichiarato la giovane, «ero come un animale in uno zoo».
Liberata dopo 55 giorni di prigionia, Mia ora è con la sua famiglia. Di lei i terroristi avevano diffuso un video diversi giorni dopo il rapimento. Adesso ha un braccio ancora fasciato dopo essere stata operata in Israele. Sull’altro braccio si è fatta tatuare la data del 7 ottobre 2023 e la scritta «balleremo di nuovo».