Per la prima volta dalla sua fondazione, lo Stato di Israele si trova ad affrontare accuse presso la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) dell’Aia. L’accusa riguarda atti di genocidio contro i palestinesi durante l’offensiva a Gaza. Le udienze sono programmate per oggi e venerdì, affrontando questioni politicamente delicate. Il Sudafrica ha presentato una richiesta di misure di emergenza che chiedono ad Israele di sospendere le azioni militari a Gaza mentre la corte esamina il merito del caso, un processo che potrebbe protrarsi per anni.
Saranno presenti oltre un centinaio di giornalisti all’ICJ per le udienze, nonostante la trasmissione in diretta delle sessioni. Ciò ha portato la Corte ad aprire ulteriori sale stampa, una situazione inusuale per i suoi amministratori. È attesa una forte copertura mediatica, con decine di troupe televisive che seguiranno la marcia organizzata da gruppi ebrei e cristiani in sostegno ad Israele durante l’udienza di giovedì. Si prevede anche che manifestazioni filo-palestinesi si svolgeranno in opposizione ad Israele.
Israele, membro della ICJ e firmatario della Convenzione sul genocidio del 1948, riconosce in linea di principio la giurisdizione del tribunale. La denuncia sudafricana si basa su due principali argomentazioni: l’entità della devastazione a Gaza, con un elevato numero di vittime e danni causati dai bombardamenti israeliani, e citazioni di funzionari israeliani che suggerirebbero una presunta politica di massacri contro i civili palestinesi.
Nonostante le aspettative di assoluzione da parte degli esperti israeliani, è importante sottolineare che nulla è certo in questo contesto.
L’accusa presentata dal Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) è dettagliata in un documento di 84 pagine diviso in due parti. La prima parte riguarda l’accusa secondo cui Israele sta perpetrando un genocidio contro i palestinesi a Gaza, e le deliberazioni del tribunale su questo tema potrebbero estendersi per diversi mesi o addirittura anni. Il Sudafrica chiede anche alla Corte una misura provvisoria e rapida, ovvero ordinare a Israele di interrompere immediatamente la sua campagna militare a Gaza.
Questa seconda richiesta è indipendente dalla prima e potrebbe essere accolta nel giro di pochi giorni, sfidando il rifiuto finora manifestato da Israele alle richieste dell’amministrazione Biden di limitare le operazioni militari e i bombardamenti.
L’ICJ ha programmato due udienze, la prima delle quali dovrebbe iniziare domani mattina alle 10. Il Sud Africa avrà la parola per circa tre ore per presentare la sua causa contro Israele. A guidare il team legale sudafricano è il Professor John Dugard, noto per aver presieduto un comitato d’inchiesta della Commissione dei diritti umani delle Nazioni Unite nel 2000 dopo lo scoppio della Seconda Intifada. La seconda udienza vedrà il Professor Malcolm Shaw, esperto di diritto internazionale di fama mondiale, che avrà la parola venerdì per tre ore. Entrambi i rappresentanti delle parti presenteranno discorsi preparati in anticipo.
Al collegio fisso di 15 giudici dell’ICJ si aggiungeranno altri due giudici, uno per ciascuna parte. Il Sudafrica ha scelto l’ex vice capo della giustizia Dikgang Moseneke, mentre Israele ha optato per l’ex presidente della Corte Suprema e sopravvissuto all’Olocausto Aharon Barak. Sebbene la nomina dei giudici non influenzi numericamente l’equilibrio di potere all’interno della giuria, ciascuna delle parti spera che l’opinione del proprio giudice possa influenzare positivamente gli altri.
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