Il deputato del Likud lancia ancora un appello per 'distruggere' Gaza
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Il deputato del Likud lancia ancora un appello per 'distruggere' Gaza

Nissim Vaturi, deputato del partito Likud di Benjamin Netanyahu e vicepresidente della Knesset, ha reiterato l'appello a distruggere gran parte della Striscia di Gaza

Il deputato del Likud lancia ancora un appello per 'distruggere' Gaza
Il deputato israeliano del Likud Nissim Vaturi
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10 Gennaio 2024 - 15.29


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Irresponsabili e nemici della pace:  Nissim Vaturi, deputato del partito Likud di Benjamin Netanyahu e vicepresidente della Knesset, ha reiterato l’appello a distruggere gran parte della Striscia di Gaza, nonostante le sue precedenti affermazioni dello stesso tenore siano state allegate dal Sudafrica alla denuncia per genocidio presentata alla Corte penale internazionale. 

«Ho detto di bruciare i terroristi. Non penso che questo sia inappropriato, e confermo le mie parole», ha detto Vaturi intervenendo a una radio israeliana. 

Secondo Vaturi i palestinesi che hanno scelto di restare nel nord di Gaza nonostante gli ordini israeliani di evacuazione dovrebbero essere considerati come coinvolti nei combattimenti e quindi «eliminati».

Vaturi sinora non ha fornito alcuna prova sul fatto che i palestinesi rimasti nel nord di Gaza lo abbiano fatto per una scelta personale o per partecipare ai combattimenti.

 Le Nazioni Unite sostengono che i rifugi destinati ai civili nella parte settentrionale dell’enclave ospitano al momento 160mila persone, tra cui donne e bambini. 

Altri residenti hanno invece cercato rifugio nelle case e negli ospedali. Il deputato ha raccontato di essere stato bannato dal social media X dopo aver scritto, a ottobre, il messaggio: «Brucia Gaza e nient’altro». 

Leggi anche:  Gaza: gli ostaggi non devono essere sacrificati sull'altare della sopravvivenza del governo israeliano

In passato ha rilasciato dichiarazioni al vetriolo, in particolare contro l’ex premier Ehud Barak, definito un «rifiuto umano» che «potrebbe essere giustiziato» a causa delle sue proteste contro la controversa riforma della giustizia israeliana promossa dal Likud.

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