L’avvocato Malcolm Shaw ha difeso Israele dall’accusa di genocidio lanciata dal Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia, affermando che la violenta offensiva di Israele su Gaza è un uso legittimo della forza armata per autodifesa. Shaw, il secondo dei sei membri del team legale israeliano a prendere la parola, ha affermato che l’alto numero di morti non equivale a un genocidio.
«I conflitti armati sono brutali e costano vite umane, soprattutto quando le milizie in questione prendono di mira i civili», ha detto, prima di accusare il Sudafrica di sminuire l’accusa di genocidio, che ha definito il «crimine dei crimini», applicandola all’offensiva israeliana. Ha aggiunto che il «vero genocidio» si è verificato quando i militanti di Hamas hanno attaccato il sud di Israele il 7 ottobre, uccidendo circa 1.200 persone.
Shaw ha poi ribattuto all’accusa del Sudafrica secondo cui i funzionari israeliani hanno mostrato un intento genocida, definendo le dichiarazioni a cui si riferisce il team legale del Sudafrica «citazioni casuali non conformi alla politica del governo». Le ha liquidate come dichiarazioni di guerra emotive e prive di significato legale.
Il legale ha infine aggiunto che il gabinetto di guerra e l’esercito israeliano stavano operando in conformità con il diritto internazionale e stavano cercando di evitare una catastrofe umanitaria a Gaza, facendo riferimento alle dichiarazioni di alti funzionari israeliani. Ma non ha fornito prove che tali dichiarazioni fossero supportate dalla politica israeliana sul campo.
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