Qualsiasi attacco «indiscriminato» contro aree densamente popolate o il blocco degli aiuti di cui le persone hanno bisogno per «sopravvivere» può costituire un «crimine di guerra».
Lo ha dichiarato il responsabile per gli Affari umanitari delle Nazioni Unite, Martin Griffiths, mentre Israele incrementa le operazioni militari nella città di Rafah, nel sud della Striscia, dove secondo l’Onu sarebbero ammassati circa metà di tutti gli abitanti dell’enclave palestinese.
La popolazione di questa città si è quintuplicata, «con famiglie stipate nei rifugi e che dormono all’aperto», ha denunciato Griffiths, mettendo in guardia da un possibile «disastro sanitario».
Griffiths ha anche avvertito che la guerra a Gaza porterà a un peggioramento della situazione in altre zone. «Il conflitto è un incendio che minaccia di consumare la Cisgiordania, il Libano e l’intera regione», ha affermato, sottolineando che «questa guerra deve finire».
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