“Denunciata per aver chiesto, in chiesa, una preghiera in ricordo di Alexei Navalny. E’accaduto in Udmurtia, repubblica della Federazione Russa, ad ovest degli Urali. A raccontarlo a OVD-Info è stata la stessa donna.
La parrocchiana ha ordinato il sorokoust – così si chiama nella chiesa ortodossa la preghiera in suffragio di un defunto – il 20 febbraio. Due giorni dopo, ha ricevuto una chiamata dalla chiesa. Le veniva chiesto se la persona nominata nel biglietto fosse un credente e se nome e cognome fossero quelli di Alexei Navalny.
Non è chiaro come il personale della chiesa si sia reso conto che si trattava di Navalny. In questo tipo di richieste ci si limita a segnare solo il nome, in questo caso Alexei. Inoltre, non è chiaro come la chiesa sapesse chi avesse ordinato esattamente il sorokoust: i moduli su cui sono scritti i nomi per la commemorazione non sono numerati e sono presentati in forma anonima.
Sta di fatto che, poco dopo, la donna ha ricevuto una chiamata dalla polizia e le è stato chiesto di presentarsi “per dare spiegazioni”. La polizia e la chiesa non hanno voluto confermare o smentire il racconto della parrocchiana”.