«Ci aspettiamo che i nostri amici agiscano per rovesciare il regime terroristico di Hamas, e non il governo eletto in Israele». Lo ha detto un alto funzionario politico israeliano, citato dal Jerusalem Post, commentando il rapporto dell’intelligence Usa secondo cui «l’opinione pubblica israeliana sta perdendo la fiducia nelle capacità» di Benyamin Netanyahu, prevedendo nelle prossime settimane «grandi proteste che chiedono le sue dimissioni e nuove elezioni».
L’alto funzionario di Israele ha ribattuto che «i cittadini israeliani, e nessun altro, eleggono il primo ministro. Israele non è un protettorato degli Stati Uniti ma un Paese indipendente e democratico i cui cittadini sono coloro che scelgono il governo».
Vero. Ma gli Stati Uniti e la comunità internazionale hanno il diritto e anche il dovere di condannare i ripetuti crimini di guerra israeliani che sono andati ben al di là della legittima difesa dopo l’attacco terroristico del 7 ottobre. Si tratta di rappresaglia e punizione collettiva che ha provocato stragi su stragi e distrutto quasi interamente Gaza provocando circa 2 milioni di sfollati alla fame e al freddo. Palestinesi che i capi israeliani hanno definito ‘animali umani’.
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