Il giudice Arthur Engoron chiede a Donald Trump di fornire maggiori dettagli sui tentativi fatti con diverse società specializzate per ottenere la copertura della cauzione di 464 milioni di dollari che gli avvocati dell’ex presidente, in una mozione presentata all’inizio della settimana, hanno definito «praticamente impossibile» da ottenere.
La mossa del giudice newyorkese arriva a tre giorni dalla scadenza di lunedì per il deposito della cauzione che permetterà a Trump di fare ricorso contro la sentenza per frode allo stato di New York che lo condanna a pagare il mega risarcimento.
Il giudice ha stabilito che non sarà lui a valutare la documentazione richiesta ma ha affidato l’incarico di `monitor´ indipendente, l’ex giudice federale Barbara Jones, che poi dovrà riferire a lui le sue valutazioni. Non è chiaro perché Engoron abbia aspettato fino ad ora per chiedere queste informazioni, ma il suo ordine suggerisce che intende assicurare che la società di Trump, che lui ha condannato per «persistente frode» nel manipolare il valore dei propri beni, non abbia adottato tattiche simili con le società specializzate in cauzioni contattate.
Inoltre, appare chiaro l’intento di assicurare che Trump, la sua società e i suoi due figli, non cerchino di nascondere o spostare beni. Tutto questo avviene mentre la procuratrice generale di New York, Leititia James, si prepara infatti all’eventualità di chiedere il sequestro di beni di Trump nello stato di New York, in caso di mancato versamento della cauzione, sottolinea Nbcnews.
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