Il Ministero degli Affari Esteri palestinese afferma che impedire ai palestinesi di pregare nella moschea di Al-Aqsa è un crimine e una violazione dell’impegno di Netanyahu di garantire l’accesso al complesso durante il mese del Ramadan.
Il ministero ha condannato il dispiegamento di un gran numero di soldati israeliani così come le barriere fisiche che impediscono l’accesso ai palestinesi, affermando che ciò rischia di far precipitare la situazione in “una spirale di violenza che non può essere controllata”.
In una dichiarazione, si aggiunge che, sebbene Netanyahu avesse promesso di non attuare ulteriori cambiamenti rispetto agli anni precedenti, aveva infranto tale impegno e violato il diritto internazionale introducendo ulteriori restrizioni.
“Impedire ai residenti palestinesi di raggiungere Gerusalemme e la moschea di Al-Aqsa per pregare è un crimine contro l’umanità”, si legge nella dichiarazione.