Strage di Crocus: l'Isis pubblica un secondo video con le immagini dell'attacco
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Strage di Crocus: l'Isis pubblica un secondo video con le immagini dell'attacco

L'Isis non intende farsi sfilare la paternità dell'attacco al Crocus City Hall di Mosca e per la prima volta posta immagini, raccapriccianti, riprese dagli stessi attentatori per dimostrare che a mettere a segno il massacro sono stati i suoi combattenti.

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Strage a Crocus in Russia
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24 Marzo 2024 - 19.49


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Non una ma due rivendicazioni. Come se lo Stato Islamico volesse fugare i dubbi. L’Isis non intende farsi sfilare la paternità dell’attacco al Crocus City Hall di Mosca e per la prima volta posta immagini, raccapriccianti, riprese dagli stessi attentatori per dimostrare che a mettere a segno il massacro sono stati i suoi combattenti.

A riprova delle due rivendicazioni di venerdì e sabato, il braccio giornalistico dello Stato islamico Amaq ha pubblicato su Telegram un video girato con lo smartphone durante l’assalto. Uno dei terroristi, che sembra essere il capo della cellula, incita gli altri a «ucciderli e a non avere pietà» e pronuncia due volte la frase `Allahu akbar´, Dio è grande, alzando il dito indice, gesto che indica che Dio è uno. Ma senza gridare, come in altri attentati dello Stato islamico.

Il filmato dura un minuto e mezzo, scorrono scene disturbanti in cui diversi uomini armati di fucili d’assalto e coltelli, con i volti volutamente sfocati per non essere riconosciuti e la voce alterata, si muovono nell’atrio della sala concerti di Krasnogorsk, sparano raffiche di mitra, parlano tra di loro mentre si riprendono in video. In un ingresso e lungo un corridoio si vedono tanti corpi a terra: i terroristi mirano a bruciapelo anche alle persone già riverse sul pavimento. O che cercano di salvarsi nascondendosi dietro una porta. Qualcosa attira l’attenzione di uno di loro, che si avvicina a un uomo supino, immobile: infierisce più volte, a ripetizione, cercando di tagliargli la testa con un coltello. Alla fine il terrorista demorde, si sposta, l’uomo a terra trova la forza di girarsi su un fianco, il sangue scorre sul marmo della sala.

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L’uomo armato, magro e in maglietta, con una specie di porta munizioni intorno al torace e uno zainetto raggiunge gli altri assalitori. Non c’è concitazione, i terroristi non mostrano fretta, si muovono con sicurezza, sembrano essere padroni della scena, come se escludessero di vedere nel giro di poco tempo l’arrivo delle teste di cuoio russe. E di fatto intorno non si vedono forze di sicurezza, non si sentono urla. Le immagini mostrano sullo sfondo un incendio.

La sparatoria al Crocus è l’attacco più sanguinoso rivendicato dall’Isis fino ad oggi sul suolo europeo, oltre che essere quello che ha fatto il maggior numero di vittime in Russia – 137 finora – dall’assedio della scuola di Beslan del 2004.

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