Le forze israeliane hanno detto di essersi ritirate dall’ospedale al-Shifa di Gaza dopo un’operazione durata due settimane.
Tel Aviv ha detto che il raid in quello che era stato il più grande ospedale dell’enclave prima della guerra era stato condotto “prevenendo danni ai civili, ai pazienti e alle équipe mediche”. Ma non è vero.
In precedenza, il ministero della Sanità di Gaza e i residenti palestinesi avevano affermato che l’esercito israeliano aveva ritirato carri armati e veicoli dal complesso che ospita l’ospedale al-Shifa.
Dopo un raid durato due settimane, un giornalista dell’AFP e testimoni oculari hanno visto uscire carri armati e veicoli. Israele ha descritto il raid come una delle operazioni di maggior successo in quasi sei mesi di guerra.
L’esercito ha affermato di aver ucciso circa 200 militanti nei combattimenti dentro e intorno ad al-Shifa e di aver sequestrato armi e preziose informazioni.
Israele ha accusato Hamas di utilizzare ospedali per scopi militari e ha fatto irruzione in diverse strutture mediche. Hamas nega di utilizzare siti medici per effettuare operazioni militari.
Nello stesso tempo l’esercito israeliano è stato accusato di aver messo incautamente in pericolo i civili e di aver decimato un settore sanitario già sopraffatto dalla guerra.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato che 21 pazienti sono morti ad al-Shifa nelle ultime due settimane e ieri ha affermato che oltre 100 pazienti bisognosi di cure dovevano essere urgentemente trasferiti in un luogo sicuro in condizioni antigeniche.
“Tra i pazienti ci sono 4 bambini e 28 pazienti critici privi dei mezzi di cura necessari: niente pannolini, sacche per l’urina, acqua per pulire le ferite. Molti hanno ferite infette e sono disidratati”, ha scritto domenica su X il capo dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Da ieri resta solo una bottiglia d’acqua ogni 15 persone. Malattie contagiose si stanno diffondendo a causa delle condizioni estremamente antigeniche e della mancanza di acqua”.
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