Lo scheletro di Yasser Arafat contiene un livello polonio pari a 18 volte il normale livello di radioattavità che un essere umano è in grado di assorbire. La scoperta è stata fatta dall’equipe di scienziati dello University Centre of Legal Medicine di Losanna in Svizzera, i quali erano stati incaricati da una commissione d’inchiesta palestinese di eseguire le analisi delle ossa del leader dell’Olp morto l’11 novembre 2004 dopo una grave malattia del sangue.
L’emittente del Qatar, Al Jaazera, aveva anticipato alcune conclusioni del rapporto di 108 pagine ottenuto in esclusiva. Gli scienziati sono sicuri con una probabilità dell’83% che il leader palestinese sia stato avvelenato e “moderatamente sicuri” che la causa della sua morte sia dovuta al polonio.
Anche la rivista medica britannica The Lancet, aveva avvalorato la possibilità che il fondatore dell’Olp fosse stato avvelenato con il polonio 210, una sostanza radioattiva. The Lancet citava i risultati di esami degli effetti personali di Arafat e di campioni di fluidi corporei da parte di scienziati europei membri della squadra internazionale di investigatori – svizzeri, francesi e russi – incaricata di testare separatamente i campioni.
Ma pochi giorni dopo la Agenzia federale biologica russa aveva invece escluso in modo categorico che la morte di Arafat potesse essere attribuita al polonio 210. A lanciare questa ipotesi era stata per prima la rete televisiva Al Jazeera, nel luglio 2012. Poi le conferme dalla Svizzera.