Morto il cospirazionista che si è dato fuoco davanti al tribunale dove processavano Trump
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Morto il cospirazionista che si è dato fuoco davanti al tribunale dove processavano Trump

L'uomo che si è dato fuoco venerdì fuori dal tribunale di New York dove si svolge il processo a Donald Trump per il caso della pornostar Stormy Daniels è deceduto.

Morto il cospirazionista che si è dato fuoco davanti al tribunale dove processavano Trump
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20 Aprile 2024 - 12.08


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L’uomo che si è dato fuoco venerdì fuori dal tribunale di New York dove si svolge il processo a Donald Trump per il caso della pornostar Stormy Daniels è deceduto.

Il 37enne Maxwell Azzarello si era cosparso di liquido infiammabile e aveva appiccato il fuoco a sé stesso dopo aver gettato in giro degli opuscoli redatti da lui contenenti teorie cospirazioniste.

Alcuni dei volantini riguardavano l’ex presidente George W. Bush, l’ex vicepresidente Al Gore e l’avvocato David Boies, che rappresentò Gore nel riconteggio delle elezioni del 2000. I reporter della Cnn hanno riferito nei loro collegamenti in diretta di aver visto bruciare l’uomo per oltre tre minuti.

Processo al via lunedì, giuria insediata al completo

 Il processo penale contro l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, inizierà probabilmente lunedì: lo ha annunciato il giudice Juan Merchan. Venerdì mattina infatti è stata completata la selezione dei giurati: 12 titolari e sei riserve che dovranno decidere “al di là di ogni ragionevole dubbio” se Trump sia colpevole o no. Poi spetterà al giudice decidere l’eventuale entità della pena. Dei 12 giurati sette sono uomini, cinque donne, quasi tutti impiegati, tra cui due avvocati aziendali, un ingegnere informatico, un insegnante di inglese, un logopedista.

Leggi anche:  Come Trump ha costruito il suo regno sulle menzogne

I 34 capi di imputazione ruotano tutti intorno al pagamento di 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels perché non rivelasse nel 2016 una vecchia relazione con Trump (mentre Melania aspettava il figlio) compromettendo la sua corsa alla Casa Bianca. Un pagamento eseguito falsificando documenti aziendali e violando la legge elettorale. 

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