Mosca si schiera a fianco di serbi e serbo -bosniaci nella campagna contro il progetto di risoluzione sul genocidio di Srebrenica, la cui votazione all’Assemblea generale dell’Onu è prevista per il 2 maggio. Nelle ultime ore a condannare l’iniziativa della componente bosniaca musulmana della Bosnia-Erzegovina – con l’appoggio delle rappresentanze diplomatiche all’Onu di Germania e Ruanda – sono stati il rappresentante permanente russo alle Nazioni Unite Vasili Nebenzja e il segretario del Consiglio di sicurezza della Federazione russa Nikolaj Patrushev.
Parlando a margine di un incontro ieri a New York con il presidente serbo Aleksandar Vucic – intervenuto a una seduta del consiglio di sicurezza dedicata alla situazione in Kosovo – Nebenzja, come riferito dai media serbi, ha detto che una tale risoluzione, se adottata, potrà aprire un vaso di Pandora. Un documento, ha osservato, che non è diretto alla pacificazione e riconciliazione nei Balcani, come si vorrebbe, ma che invece è destinato a riaccendere tensioni e passioni. Per questo, ha detto, Mosca è schierata contro la risoluzione, unitamente a suo dire a tanti altri Paesi.
«Questa risoluzione aprirà un vaso di Pandora, autorizzando altri Paesi con problemi simili a intraprendere iniziative analoghe», ha affermato Nebenzja, secondo il quale la Germania, che è tra i promotori di tale documento, «è responsabile del più grande e atroce genocidio nel 20/mo secolo durante la seconda guerra mondiale». Per questo, ha aggiunto, non ci si dovrebbe meravigliare se qualcuno, forse anche la Russia, proponesse di votare una risoluzione sul genocidio della Germania nazista contro il popolo sovietico nel secondo conflitto mondiale.
Contro il progetto di risoluzione su Srebrenica si è pronunciato anche Patrushev nel corso di un colloquio a San Pietroburgo con il leader serbo-bosniaco Milorad Dodik. Tale documento, a suo avviso, rischia di destabilizzare ulteriormente i rapporti interetnici in Bosnia-Erzegovina. Serbi e serbo-bosniaci, appoggiati dalla Russia, insistono nel negare che a Srebrenica nel luglio 1995 vi sia stato un genocidio, nel senso pieno e legale di tale termine. In tale cittadina dell’est della Bosnia, 29 anni fa furono uccisi oltre 8 mila bosniaci musulmani ad opera delle truppe serbo-bosniache di Ratko Mladic.
