E’ il 28 aprile, Natesov entra negli uffici del Ministero degli Affari Interni del distretto di Tverskoy, a Mosca, per presentare una denuncia: la sera prima è stato derubato e pestato. Natesov era stato aggredito mentre tornava a casa dal lavoro, rubato il telefono, un dente rotto.
Ma, alla stazione di polizia, gli agenti lo guardano, gli occhi si fermano sull’acconciatura di Netesov, i suoi capelli tinti di giallo e di blu simboleggiano l’Ucraina e “screditano” l’esercito russo. Quindi Natesov, entrato per denunciare un’aggressione, viene denunciato, contro di lui è redatto un rapporto, preludio di un processo pesante.
La polizia gli prende le impronte digitali e, per chiudere, gli consegnano una convocazione all’ufficio di registrazione e arruolamento militare, dicendo che lo avrebbero costretto a “baciare la sua terra natale in trincea”. Riferimento a quei colori in testa.