L'ultras trumpiana Taylor Greene vuole sfiduciare lo speaker Johnson che ha detto sì agli aiuti all'Ucraina
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L'ultras trumpiana Taylor Greene vuole sfiduciare lo speaker Johnson che ha detto sì agli aiuti all'Ucraina

La rappresentante della Georgia al Congresso americano, una delle ultras di Trump, ha annunciato l'intenzione di proporre la prossima settimana una mozione di sfiducia nei confronti dello Speaker repubblicano Mike Johnson.

L'ultras trumpiana Taylor Greene vuole sfiduciare lo speaker Johnson che ha detto sì agli aiuti all'Ucraina
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1 Maggio 2024 - 23.14


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La rappresentante della Georgia al Congresso americano, una delle ultras di Trump, ha annunciato l’intenzione di proporre la prossima settimana una mozione di sfiducia nei confronti dello Speaker repubblicano Mike Johnson.

Marjorie Taylor Greene, esponente repubblicana, accusa il collega di partito Mike Johnson di aver ceduto ai Democratici nell’approvare un nuovo stanziamento di aiuti militari all’Ucraina.

“Io penso che tutti i membri del Congresso debbano esprimersi”, ha dichiarato Greene, anticipando la sua mossa. “La prossima settimana chiederò di mettere ai voti la mozione. Non vedo l’ora di vedere i Democratici appoggiare uno speaker repubblicano e poi presentarsi alle loro primarie e chiedere un voto per andare al Congresso. E dopo aver appoggiato un ‘cristiano conservatore’. Non vedo proprio l’ora”.

Per sfiduciare lo Speaker occorre la maggioranza dei voti alla Camera, che attualmente, con sei posti rimasti vacanti, è di 215. I Repubblicani hanno 217 seggi, i Democratici 212. Il partito di maggioranza può perdere massimo due voti. Tuttavia, la mozione potrebbe non arrivare all’esame finale se verrà presentata un’altra proposta che ne boccia la discussione. I Democratici sembrano pronti a far convergere i propri voti su questa alternativa.

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Il mese scorso, Johnson ha portato in aula e fatto approvare un pacchetto di aiuti per l’Ucraina, Israele e Taiwan, con l’appoggio anche dell’opposizione. All’interno del Partito Repubblicano, ci sarebbero circa una trentina di rappresentanti conservatori che non approvano la linea di Johnson.

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