Guerra e speculazione edilizia. Oltre alla russificazione della città, il Cremlino vuole fare di Mariupol, situata sulla riva del Mar d’Azov, una vera e propria località balneare. Questo progetto ha avuto già l’effetto di far registrare un forte aumento dei prezzi degli immobili. Perché queste nuove unità abitative non vengono consegnate agli abitanti che ne hanno bisogno, ma vengono acquistate da russi che scommettono sul fatto che forse tra 10 anni Mariupol sarà una città meta di vacanze come tante altre.
Uno di loro ha rilasciato un’intervista alla Bbc lo scorso agosto. «Ho acquistato una proprietà. Mariupol diventerà una bellissima città», spiegava Vladimir, originario della città di Murmansk, nella regione dell’Artico. «L’importante è che la città sia in riva al mare», ha aggiunto, spiegando all’epoca di aver investito grazie ai prezzi decisamente bassi. Secondo i media britannici, decine di persone hanno pubblicato annunci sul social network VKontakte in cui affermano di cercare un immobile a Mariupol.
Ma un’inchiesta del Financial Time ha messo in luce tutti i difetti della ricostruzione ordinata da Putin, denunciando come gli abitanti vivano in condizioni deplorevoli, in «case costruite a metà», «appartamenti pericolosi con perdite d’acqua» e dove «i lavori di ristrutturazione sono stati pasticciati».