Accuse e contro-accuse. «Il dipartimento di Giustizia di Joe Biden, nel loro raid a Mar a Lago incostituzionale e illegale, autorizzò l’uso della forza letale». È quanto afferma, in un post su Truth Social, Donald Trump che in una mail inviata per la raccolta di fondi rincara la dose accusando Biden di essere «pronto a farmi fuori» durante la famosa perquisizione dell’Fbi nella residenza del presidente, avvenuta nell’agosto 2022 quando Trump non si trovava in Florida.
«Erano autorizzati a spararmi!», afferma ancora nella lettera inviata ieri sera della campagna elettorale, in cui si accusa l’amministrazione democratica di essere arrivata ad un «passo dall’impensabile, Joe Biden era pronto a farmi fuori e mettere la mia famiglia in pericolo». Con queste accuse, l’ex presidente sembra fare riferimento al documento di autorizzazione della perquisizione, finora classificato e reso pubblico solo ieri, in cui c’e’ anche la dichiarazione standard per tutti i mandati in cui gli agenti dell’Fbi vengono autorizzati all’uso della forza di fronte ad un pericolo o minaccia imminente.
Per Trump e la sua campagna questo è stato sufficiente per scrivere che il dipartimento di Giustizia di Biden era pronto ad ucciderlo. Bisogna ricordare che l’Fbi scelse proprio un giorno in cui Trump non era a Mar a Lago ed informò in anticipo gli agenti del Secret Service preposti alla sicurezza dell’ex presidente.
In una dichiarazione, l’Fbi ha ricordato che sono stati «seguiti i protocolli standard dei mandati di perquisizioni, che comprendono anche le regole per l’uso della forza. Nessuno ha ordinato nessuna misura aggiuntiva».
Ma questo non ha impedito alla fedelissima trumpiana, la deputata di estrema destra Marjorie Taylor Greene, di scrivere su X che il dipartimento di Stato di Biden e l’Fbi «progettavano di assassinare il presidente Trump ed hanno dato luce verde».
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