Elezioni europee e riflessioni per non commettere errori
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Elezioni europee e riflessioni per non commettere errori

Il triangolo autoritario Russia-Cina-Iran, è una presentazione molto chiara e abbastanza completa sul totalitarismo durante la campagna politica.

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31 Maggio 2024 - 00.01


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di Beatrice Sarzi Amade

La vita è fatta così che in democrazia conta l’opinione della gente.  E che l’opinione della gente, quando combattiamo una guerra, è vitale. 

Anche i peggiori despoti ne sono consapevoli e fanno di tutto per garantire il minimo indispensabile per il sostegno popolare. Che spesso si dimostra acquisito in guerra. 

Conoscere il sostegno alla guerra tra gli avversari è quindi parte integrante dell’arsenale di tutti i belligeranti. 

Tranne per l’Occidente che è completamente abbandonato dall’efficacia della propaganda russo-sino-iraniana che da secoli si prepara al conflitto. 

Mentre siamo stati colti di sorpresa, ed è ovviamente molto più difficile penetrare nell’opinione dei regimi totalitari, mentre le democrazie aprono il tavolo a tutte le opinioni

Il triangolo autoritario Russia-Cina-Iran, è una presentazione molto chiara e abbastanza completa sul totalitarismo durante la campagna politica.

Si potrebbero semplicemente aggiungere gli elementi che mostrano lo stretto coinvolgimento di Iran e Siria negli attacchi jihadisti in Europa o in alcune operazioni di agit-prop rosso-bruno come E&R o Dieudonné. 

Comunque la cosa è chiara, l’asse Teheran-Mosca ci sta facendo guerra, con la collaborazione più discreta di Pechino, fin dall’inizio del secolo e si sta mettendo metodicamente a radunare il resto del mondo alla sua crociata anti-occidentale.

Finora questa guerra ha funzionato perfettamente, rimanendo globalmente sotto osservazione, anche i servizi segreti occidentali non sono riusciti a misurare il fenomeno. Dire, ad esempio, che l’attacco di Bush all’Iraq sia stato il risultato di una manipolazione iraniana sembra enorme, ma rimane comunque vero. 

Permise ai mullah di iniziare la conquista del Medio Oriente, iniziando dal loro principale nemico. 

Bush e i neo-detenuti sono stati manipolati da Ahmed Chalabi, un truffatore sciita iracheno che è diventato il miglior consigliere della Casa Bianca in Iraq, mentre il suo segretario Reza Shah Pahlavi che non sostenne mai l’ intervento militare in Iraq, contrastando il vicesegretario alla difesa, Paul Wolfowitz.

Fare una guerra ibrida senza dover fare una vera guerra era l’idea di partenza: minare le fondamenta della democrazia occidentale, rovinare l’adesione popolare al sistema occidentale, tutto questo anche in altre parti del mondo, e ovviamente conquistare nuovi territori. 

L’operazione Crimea, da questo punto di vista, è stata un successo completo. Per la Georgia un po’ meno, ma la guerra fulminea è ammessa nel sistema, perché provoca poche morti e quindi poche reazioni. 

Il Donbass si è limitato ad una “operazione speciale”, che risulta ad oggi un grande disastro.

Ucraina e Zelensky dovevano cadere in pochi giorni e tornare al “Giron russo”. L’Occidente ci avrebbe messo una pietra sopra, credeva che il Cremlino sistemasse velocemente questa occupazione. 

Infatti non ci siamo nemmeno occupati di tenere al sicuro le merci russe in Occidente.

Gli ucraini hanno ribaltato il piano e finalmente rivelato al mondo la vera natura dei regimi dittatoriali: non partner commerciali speciali, ma nemici mortali che vogliono la nostra pelle, o comunque la fine della nostra unità, delle nostre libertà e dei nostri modi di vivere. 

È una minaccia esistenziale che dovrebbe monopolizzare gli sforzi di tutti, perché finché Iran, Cina e Russia saranno guidati da questa ideologia anti-occidentale di ritorsione, non fermeranno la guerra e le guerre, oltre all’ annessione dell’Ucraina, la Russia andrà avanti.

Purtroppo siamo ancora lontani dal renderci conto del pericolo e troppi imprenditori occidentali stanno ancora facendo affari con la Russia, bypassando le sanzioni. 

In Francia, nei giorni scorsi è stata razziata una rete di aziende, che esportavano illegalmente merci verso la Russia attraverso paesi “neutrali”. Sono stati i paesi stranieri ad allertare Parigi. 

L’Irlanda è stata pesantemente criticata alla fine del 2023, quando si è visto che il volume delle sue esportazioni verso la Georgia è aumentato dell’800% e del 3200% per il Kirghizistan.

Ma non è nulla se consideriamo la Serbia, che nel 2021 non ha esportato quasi nulla in Kirghizistan e 30 milioni di volte di più nel 2023. Da notare che un assistente di un parlamentare tedesco di estrema destra è stato perquisito ieri, presso il suo ufficio al Parlamento europeo e a casa sua, perché si sospetta che sia stato una parte importante dei tentativi russi di eludere i parlamentari europei.

( In Italia è palesemente chiaro l’ appoggio alla Russia a danno della popolazione e delle piccole e grandi imprese, ad esempio il grano importato dalla Russia in modo continuativo. Grano che viene usurpato dall’ Ucraina e venduto come russo. Faccio esempio della pasta, la troverete aumentata in modo esorbitante sugli scaffali, perché a basso costo si compra a discapito degli agricoltori italiani che stanno avendo problemi in tal senso. E in primis la scarsa empatia per tutti i morti di questa feroce guerra, la coscienza è sconosciuta quando le tasche si rimpinzano di soldi ).

Il Parlamento Europeo che eleggeremo proprio in questi giorni, teoricamente per la sua composizione futura, non dovrebbe mettere in discussione il sostegno europeo all’Ucraina. 

Solo negli Stati Uniti, ci chiediamo cosa stia architettando, o chi per esso, Biden, tetanizzato dalle elezioni in corso. 

La guerra in Medio Oriente lo pone in una situazione instabile, tra l’elettorato ebreo tradizionalmente democratico (ma corteggiato attivamente da Trump) e la frangia di estrema sinistra del partito, visceralmente sostenitore dei palestinesi. 

È comprensibile, ma si spera che questo cambi una volta finite le elezioni.

Anche in Gran Bretagna si va a votare e se la vittoria dei laburisti sembra assicurata, non dovrebbe cambiare nulla di fondamentale nell’atteggiamento di Londra, con il nuovo leader della sinistra britannica quanto più ostile a Putin e alle dittature. Niente a che fare con Corbyn quindi.

La domanda è cosa fare ora che abbiamo capito che il triangolo autoritario ci sta facendo guerra. 

Per rispondere, ovviamente, e soprattutto per non aspettare che si calmi tutto se Ucraina e Russia riescono a mettersi d’accordo su qualsiasi confine, perché a mio avviso e viste le prospettive, la guerra continuerà, economica, culturale e diplomatica.

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