Gli Europei di calcio hanno inizio ma la "partita decisiva" la gioca Save the Children e noi con loro
Top

Gli Europei di calcio hanno inizio ma la "partita decisiva" la gioca Save the Children e noi con loro

Tutto è pronto per gli europei di calcio. Un pubblico vastissimo li guarderà in televisione o affollerà gli stadi. Ma c’è una “partita decisiva” che vale più di una finale.

Gli Europei di calcio hanno inizio ma la "partita decisiva" la gioca Save the Children e noi con loro
Preroll

Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

15 Giugno 2024 - 10.15


ATF

Tutto è pronto per gli europei di calcio. Un pubblico vastissimo li guarderà in televisione o affollerà gli stadi. Ma c’è una “partita decisiva” che vale più di una finale.

La “partita decisiva”

È la “partita” della solidarietà e dell’inclusione. A sostegno di una umanità sofferente che fugge da guerre, pulizie etniche, stupri di massa, povertà assoluta, disastri ambientali. È la partita dell’accoglienza e dell’inclusione. In difesa dei più indifesi.

A farsene promotrice è Save the Children.

Che la spiega così: “Da oggi occhi puntati sui campi di calcio dove si disputerà il Campionato europeo. Ma la partita più importante è quella che si gioca lungo la linea che segna il confine dell’UE. A giocarla sono i minori migranti che rischiano di essere bloccati o respinti alla frontiera, fuori da un campo di gioco, quello europeo, dove è diventato quasi impossibile entrare. Come per chi si trova fuori dalla linea di bordo campo.

L’Unione Europea è di fronte alla sua partita decisiva, per vincerla deve dimostrarsi campione di solidarietà offrendo supporto e protezione ai bambini e alle bambine in cerca di protezione: solo rimanendo fedele ai propri valori fondativi può arrivare alla vittoria. Alla vigilia del fischio di inizio, Save the Children, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro, ricorda che la vera sfida degli europei non si gioca negli stadi di calcio, ma è quella dei diritti al confine con l’Europa, dove migliaia di minori sognano solo di essere bambini. Nel 2024 in Italia sono sbarcati finora 3.029 minori stranieri non accompagnati, il 13% del totale degli arrivi via mare (22.944). Nello stesso periodo dello scorso anno, i minori stranieri non accompagnati arrivati via mare erano l’11% (6.151) del totale degli arrivi (55.662).

Leggi anche:  Rapporto Fao e il pane negato: cinque i paesi sull'orlo della catastrofe alimentare

In occasione degli Europei di calcio, Save the Children, lancia la campagna “La partita decisiva”per accendere i riflettori sulla dura realtà affrontata dai minori migranti durante il loro viaggio, invitando i tifosi che sosterranno con passione la propria squadra a mobilitarsi affinché l’Unione europea possa rivelarsi campione di solidarietà, offrendo aiuto e protezione a bambini e bambine in fuga da guerre, violenza e povertà.

“I conflitti, gli eventi estremi causati dalla crisi climatica, la crescente povertà rappresentano una minaccia senza precedenti per il benessere e lo sviluppo dei minori, in diverse parti del mondo. Milioni di loro, spesso non accompagnati, sono costretti a lasciare le proprie case alla ricerca di protezione e di una vita migliore. Lungo il viaggio affrontano rischi e violenze indicibili. Anche quelli che arrivano in Europa, spesso trovano condizioni di accoglienza e di inclusione non adatte, e politiche di deterrenza che rischiano di renderli ancora più vulnerabili e potenziali vittime di tratta e sfruttamento. Le istituzioni europee devono mettere i minori al centro delle scelte che guideranno l’implementazione del Patto europeo Asilo e migrazione” ha dichiarato Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Lo scorso dicembre è stato raggiunto un accordo tra il Parlamento europeo e i governi europei sulla riforma del sistema di migrazione e asilo (il cosiddetto Patto europeo Asilo e Migrazione), approvato definitivamente a maggio, che rischia di peggiorare ulteriormente la condizione dei minori stranieri in UE. Le nuove norme, infatti, minano il diritto di asilo dei minori e delle famiglie in Europa e li mettono anche a rischio di detenzione, respingimenti e violenze alle frontiere. Con il Patto, gli Stati membri hanno deciso di dare priorità alla limitazione dell’accesso in UE rispetto alla protezione dei minori in fuga da conflitti, persecuzioni, fame, matrimoni forzati e povertà estrema. Esiste il rischio concreto che le famiglie, anche quelle che viaggiano con bambini molto piccoli, finiscano per trascorrere settimane o mesi nei centri di detenzione ai confini dell’Unione europea. Save the Children, dunque, chiede alle istituzioni europee e agli Stati membri che le decisioni prese dalle autorità nazionali in merito alle procedure di frontiera e ai sistemi di monitoraggio diano priorità alla protezione dei minori e che vengano adottate misure per affrontare e ridurre al minimo eventuali rischi che potrebbero ledere i loro diritti. L’Organizzazione chiede di trattare ogni minore migrante con dignità, di porre fine alle violenze e alle violazioni dei diritti ai confini dell’UE, anche assicurando un efficiente e indipendente meccanismo di monitoraggio alle frontiere, e di cooperare per salvare vite umane in mare mediante un sistema strutturato e coordinato di ricerca e soccorso. Analogamente, chiede di assicurare vie di accesso regolari e sicure”.

Leggi anche:  Rapporto Fao e il pane negato: cinque i paesi sull'orlo della catastrofe alimentare

La “partita decisiva”: salvare milioni di bambini. 

Un minore è prima di tutto e sopra ogni cosa un minore e i suoi diritti vanno protetti e promossi indipendentemente da ogni altra circostanza relativa alla sua condizione o status suoi personali o dei suoi genitori, ad esempio l’origine nazionale, etnica o sociale o, ancora, lo status legale.

Il principio di non discriminazione è un valore fondante della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC), stella polare in tema di diritti dei minori e che, applicandosi a tutti i minori in ogni circostanza, è centrale anche quando si parla di bambine, bambini e adolescenti coinvolti nella migrazione. 

Di fronte alla situazione attuale serve guardare alle politiche europee, compresa la riforma degli atti legislativi nell’ambito del Patto Europeo Migrazione e Asilo approvato nella primavera del 2024 e ai piani di implementazione nazionali con gli occhi dei minorenni che ogni giorno provano ad attraversare i nostri confini. L’Europa e i suoi Stati Membri dovrebbero garantire una protezione immediata alle persone vulnerabili che arrivano ai loro confini, in particolare ai minori, che viaggiano soli o in famiglia, e le vittime di tortura, di eventi traumatici e del traffico di esseri umani.

Leggi anche:  Rapporto Fao e il pane negato: cinque i paesi sull'orlo della catastrofe alimentare

Chiediamo alle istituzioni europee di:

  • Trattare ogni minore migrante con dignità, rispondendo ai loro bisogni e fornendo loro soluzioni durature.
  • Porre fine alle violenze e alle violazioni dei diritti ai confini dell’Europa, cooperando per salvare vite umane in mare e assicurando un efficiente e indipendente meccanismo di monitoraggio alle frontiere.
  • Combattere retoriche stigmatizzanti o razziste nei confronti dei minori migranti che cercano protezione in UE.
  • Garantire che l’attuazione del Patto europeo Migrazione e asilo sia pienamente compatibile con i diritti dei minori e il loro superiore interesse.
  • Dare priorità all’inclusione dei minori migranti garantendo loro la scolarizzazione, i servizi sociali, supporto psicosociale, corsi di lingua e attività ricreative, nonché permettendo ai loro genitori o caregivers l’accesso immediato al mercato del lavoro.
  • Dare priorità all’unità familiare con pratiche efficaci di ricongiungimento.
  • Promuovere un approccio a misura di bambino quando si collabora con i Paesi di origine, transito e destinazione.
  • Espandere le vie sicure e regolari verso e attraverso l’Europa, quali (ma non solo) il reinsediamento, il visto umanitario la relocation e il ricongiungimento.
  • Supportare gli Stati membri nel garantire informative sui rischi di tratta e sfruttamento e la pre-identificazione precoce nei luoghi di primo arrivo e transito alle frontiere di minori e donne con bambini a rischio di tratta.

Richieste impellenti, dalla cui realizzazione dipende la vita di milioni di esseri umani. La “partita della vita”. 

Native

Articoli correlati