Assange libero: ha patteggiato con gli Stati Uniti, non andrà nelle carceri Usa e potrà tornare a casa
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Assange libero: ha patteggiato con gli Stati Uniti, non andrà nelle carceri Usa e potrà tornare a casa

Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, è stato liberato dopo aver accettato di dichiararsi colpevole di un reato legato alla sua partecipazione in una delle più grandi violazioni di materiale classificato degli Stati Uniti.

Assange libero: ha patteggiato con gli Stati Uniti, non andrà nelle carceri Usa e potrà tornare a casa
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25 Giugno 2024 - 09.50


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Il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, è stato liberato dopo aver accettato di dichiararsi colpevole di un reato legato alla sua partecipazione in una delle più grandi violazioni di materiale classificato degli Stati Uniti. La decisione fa parte di un accordo con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che gli permetterà di evitare la reclusione negli Stati Uniti e di tornare in Australia. Il patteggiamento deve ancora essere approvato da un giudice federale.

Assange ha lasciato lunedì il Regno Unito e il carcere di massima sicurezza vicino Londra dove era stato incarcerato per cinque anni, ha annunciato WikiLeaks dopo la notizia dell’accordo di dichiarazione di colpevolezza raggiunto con la giustizia americana.


La moglie di Assange: grazie a chi si è mobilitato

“Julian è libero!!!!”. Cosi’ su X Stella Assange, la moglie di Julian Assange commenta la notizia della sua scarcerazione e dell’accordo raggiunto con il Dipartimento di giustizia Usa. “Le parole non possono esprimere la nostra immensa gratitudine a voi, si’ proprio voi, che vi siete tutti mobilitati per anni e anni per far sì che tutto ciò diventasse realtà. Grazie. Grazie. Grazie”.


La madre di Assange: il suo calvario sta finendo

La madre di Julian Assange dice di essere grata che “il calvario di suo figlio sia finalmente giunto al termine. Cio’ dimostra l’importanza e il potere della diplomazia silenziosa”. Lo riportano i media australiani dopo la notizia della sua scarcerazione e dell’accordo raggiunto con il Dipartimento di giustizia Usa. Christine Assange ha aggiunto poi che “molti hanno sfruttato la situazione di mio figlio per portare avanti i propri programmi” e ha detto di essere “grata a quelle persone invisibili e laboriose che hanno messo al primo posto il benessere di Julian”. Il padre di Assange ha descritto la svolta come “meravigliosa” ed “energizzante”.


Di cosa è accusato Assange e in cosa consiste l’accordo con gli Usa

In base all’accordo che emerge dai documenti depositati in tribunale, il fondatore di WikiLeaks si dichiarerà colpevole e il Dipartimento di Giustizia americano chiederà una condanna a 62 mesi di carcere. Cioè esattamente il tempo già trascorso da Assange nel carcere di massima sicurezza londinese, mentre si opponeva alla sua estradizione negli Stati Uniti. Il patteggiamento consentirà al giornalista ed esperto informatico di fare immediatamente ritorno nella nativa Australia.

Cos’è WikiLeaks e chi è Julian Assange

Classe 1971, giornalista, hacker e programmatore australiano, nel 2006 Assange è tra i fondatori della piattaforma WikiLeaks. Nel 2010 pubblica documenti top secret del governo statunitense sulle guerre in Afghanistan e in Iraq. Da quel momento, negli Stati Uniti diventa un “nemico pubblico”. La pubblicazione è in gran parte il risultato di una fuga di notizie dell’ex analista dell’intelligence dell’esercito americano Chelsea Manning, condannata a 35 anni di carcere, ma rilasciata dopo che il presidente Barack Obama ha commutato la sua pena nel 2017. Sempre nel 2010, i procuratori svedesi emettono un mandato di arresto europeo a carico di Assange per violenza sessuale su due donne. A dicembre l’australiano viene arrestato in Gran Bretagna e poi rilasciato su cauzione. Nel 2012 chiede asilo politico all’Ecuador, che lo accoglie nella sua ambasciata a Londra. Nel 2017 la Svezia archivia le accuse. Ad aprile 2019, l’Ecuador revoca l’asilo concesso ad Assange e l’ambasciata ecuadoregna a Londra lo espelle. La polizia britannica poi lo arresta. A maggio dello stesso anno, il fondatore di WikiLeaks viene incriminato negli Stati Uniti. A suo carico vengono presentati diciassette capi d’accusa sulla base della legge sullo spionaggio l’Espionage Act, del 2017 per avere cospirato per ottenere informazioni classificate poi diffuse online. Washington lo accusa anche del presunto reato di complicità nell’hackeraggio di file del Pentagono.
Il processo per l’estradizione di Assange

Nel febbraio 2020 inizia il processo per l’estradizione negli Stati Uniti, ma a gennaio 2021, la giudice distrettuale londinese Vanessa Baraitser ha respinto l’istanza americana con un verdetto di primo grado. Undici mesi dopo, l’Alta Corte di Londra ribalta la sentenza di primo grado e dice sì al trasferimento di Assange negli Usa. Ad aprile 2022 il tribunale dei magistrati di Londra, la Westminster Magistrates’ Court, ha emesso l’ordine formale di estradizione. Nel caso di estradizione negli Stati Uniti, Assange avrebbe rischiato 175 anni di prigione.

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