Ucraina, per l'Europa la diplomazia può attendere e la parola è solo alle armi
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Ucraina, per l'Europa la diplomazia può attendere e la parola è solo alle armi

Al vertice Nato la Meloni impegna l’Italia a spendere entro il 2028 il 2% del Pil in armi, come pretendono gli Usa. Quel 2% vale 40 miliardi di euro l’anno. Più della metà di quanto paghiamo per gli interessi sul nostro debito

Ucraina, per l'Europa la diplomazia può attendere e la parola è solo alle armi
Jens Stoltenberg, segretario uscente della Nato
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Claudio Visani Modifica articolo

10 Luglio 2024 - 17.31


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Al vertice Nato la Meloni impegna l’Italia a spendere entro il 2028 il 2% del Pil in armi, come pretendono gli Usa. Quel 2% vale 40 miliardi di euro l’anno. Più della metà di quanto paghiamo per gli interessi sul nostro debito, un quarto della spesa per il personale pubblico, un terzo della spesa per la sanità, poco meno di quanto ogni anno spendiamo per la scuola, il doppio della manovra di bilancio del 2023.

Nel frattempo si impegna anche a fornire altri consistenti sistemi d’arma a Kiev e a sostenere l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, come chiede Zelensky e vuole Biden, vale a dire l’anello che ancora manca per entrare direttamente in guerra contro la Russia.

L’Europa ha abdicato agli Usa in politica estera. Le elezioni americane sono alle porte. Di tregua, trattative e soluzione politica del conflitto non si deve parlare. La parola alle armi. La diplomazia può attendere. E anche l’articolo 11 della nostra Costituzione, che recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

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