Furti di terra, pogrom, caccia ai palestinesi: la "democrazia" d'Israele in Cisgiordania
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Furti di terra, pogrom, caccia ai palestinesi: la "democrazia" d'Israele in Cisgiordania

Un documento eccezionale. Una mappatura aggiornata della “giudeizzazione” della Cisgiordania. Dati, riscontri, pezzi di un puzzle che messi insieme offrono il quadro d’insieme di un sistema di illegalità

Furti di terra, pogrom, caccia ai palestinesi: la "democrazia" d'Israele in Cisgiordania
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3 Agosto 2024 - 20.07


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Un documento eccezionale. Una mappatura aggiornata della “giudeizzazione” della Cisgiordania. Dati, riscontri, pezzi di un puzzle che messi insieme offrono il quadro d’insieme di un sistema di illegalità che sfida le norme del diritto internazionale, risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dele Nazioni Unite, la stessa Convenzione di Ginevra sulla guerra. È il rapporto di Peace Now, la storia organizzazione pacifista israeliana, veicolato in Italia da Jcall. 

Radiografia di una occupazione 

Così il report: “Mentre lo Stato di Israele si trova ad affrontare una delle più grandi sfide della sua storia – con una guerra in corso su più fronti, centinaia di migliaia di cittadini israeliani sfollati, 120 ostaggi a Gaza e milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza che subiscono continui attacchi, uccisioni e sfollamenti.

Il governo di Netanyahu ha investito immense risorse per creare fatti sul terreno. Questo include l’espansione degli insediamenti in Cisgiordania e l’accelerazione dei processi di annessione, con l’obiettivo di eliminare la possibilità di una soluzione a due stati e della pace tra israeliani e palestinesi.

Insediamenti e avamposti

Sono stati creati almeno 25 nuovi avamposti, la maggior parte dei quali di tipo agricolo.

(“fattorie”) coinvolti nell’appropriazione delle terre e nell’espulsione sistematica dei Palestinesi dall’area.

Decine di strade, che si stima si estendano per decine di chilometri, sono state asfaltate per creare nuovi avamposti e confiscare altre terre.

24.193 dunam sono stati dichiarati “terra di Stato”, quasi la metà dell’area totale dichiarata come terra di Stato dagli Accordi di Oslo.

dagli Accordi di Oslo ad oggi.

 Il Consiglio Superiore di Pianificazione ha promosso piani per 8.721 unità abitative negli insediamenti.

Il gabinetto ha approvato la creazione di 5 nuovi insediamenti: Evyatar, Givat Assaf, Sde Ephraim, Adorayim e Nachal Haletz, tutti avamposti illegali destinati a diventare insediamenti ufficiali. diventare insediamenti ufficiali.

Tre avamposti sono stati legalizzati come “quartieri” di insediamenti esistenti grazie all’approvazione di piani da parte del Consiglio Supremo di Pianificazione. l’approvazione di piani da parte del Consiglio Supremo di Pianificazione: Machane Gadi, Kedem Arava e Givat Hanan.

70 avamposti illegali sono stati riconosciuti idonei a ricevere finanziamenti governativi e infrastrutture.

Il ministro Smotrich ha dato istruzioni ai ministeri e alle altre autorità di iniziare a finanziare 70 avamposti illegali.

di finanziare 70 avamposti illegali, di costruire edifici pubblici e di collegarli all’acqua, all’elettricità e alle infrastrutture. collegarli all’acqua, all’elettricità e ad altre infrastrutture.

 Nuovi insediamenti a Hebron:  I coloni sono entrati in una casa a Hebron che sostengono di aver acquistato dai palestinesi.  Questo ingresso è stato facilitato da un “permesso di transazione

permesso di transazione” concesso da enti facenti capo al ministro Smotrich. Inoltre, un piano per un nuovo insediamento a Hebron, a nord di Kiryat Arba, con 234 unità abitative.

Violenza dei coloni

Le organizzazioni per i diritti umani hanno documentato circa 1.100 episodi di attacchi dei coloni contro i palestinesi.

 Circa 1.392 palestinesi di 29 comunità sono stati espulsi dalle loro case a causa della violenza dei coloni.

 Circa 46.500 alberi e piantine sono stati danneggiati dai coloni.

11 palestinesi sono stati uccisi dai coloni (e per altre 6 vittime non è chiaro se siano stati i coloni o l’esercito a sparare).

Fondi e bilanci

Il governo ha raddoppiato il budget del ministero degli Insediamenti e i fondi destinati alla Divisione Insediamenti e agli insediamenti.

stanziati per la Divisione Insediamenti e per gli insediamenti, con un’aggiunta di 302 milioni di shekel.

Il ministero delle Finanze ha concordato con il ministero dei Trasporti un piano quinquennale del valore di 7 miliardi di shekel per le strade interurbane negli insediamenti.

Uno stanziamento di 409 milioni di shekel per progetti unici negli insediamenti, a seguito di ampi tagli al bilancio. Tra l’altro, per progetti legati alla conservazione delle antichità in Cisgiordania, la riabilitazione del Parco di Sebastia, il rafforzamento del bacino della Città Vecchia (un insediamento turistico a Gerusalemme Est) 

Misure di annessione:

Le autorità relative agli insediamenti sono state trasferite dall’esercito ad un funzionario civile. Il ministro Smotrich ha nominato un colono per una posizione di “Vice civile” del capo dell’Amministrazione civile, diventando di fatto il governatore degli insediamenti, che non è subordinato all’Amministrazione Civile ma direttamente al ministro Smotrich.

La consulenza legale dell’Amministrazione Civile è stata trasferita dall’esercito ad un gruppo di avvocati sotto il ministro Smotrich.

Il governo ha assunto poteri esecutivi nell’Area B sotto l’Autorità nazionale palestinese in base agli accordi internazionali.  In seguito a una decisione del gabinetto, il comandante del Comando Centrale ha firmato degli ordini che concedono a Israele l’autorità di demolire le case palestinesi nelle aree conosciute come “riserva concordata”, sotto il controllo palestinese.

controllo palestinese.

Riduzione dello spazio vitale dei palestinesi

Più di 550 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania e a Gerusalemme Est dal 07/10/23, tra cui 131 bambini. Circa 5.500 palestinesi sono stati feriti.

Centinaia di strade che conducono ai villaggi palestinesi sono state chiuse e bloccate dall’esercito e talvolta dai coloni.

L’accesso a decine di migliaia di dunam di terreno agricolo è stato negato ai palestinesi. L’’esercito e i coloni impediscono ai palestinesi di coltivare ampie aree vicino agli insediamenti. Questo avviene tramite blocchi fisici su strade sterrate create dall’Idf o dai coloni, e con l’espulsione da parte dei coloni o dei soldati, di solito

soldati di riserva che vivono negli insediamenti come parte della difesa regionale.

1.205 strutture palestinesi sono state demolite da Israele e oltre 2.500 palestinesi hanno perso le loro case.

874 strutture sono state demolite a causa della mancanza di permessi di costruzione da parte di Israele.

293 strutture sono state demolite durante operazioni dell’Idf.

38 strutture sono state demolite come misura punitiva per aver commesso atti di terrorismo.

n totale, sono state demolite 1.027 strutture in Cisgiordania e 178 edifici a Gerusalemme Est”.

Così il Rapporto di Pece Now.

Chiosa finale made in Globalist: e questa sarebbe l’”unica democrazia in Medio Oriente”?  Di democratico c’è il lavoro di informazione di Haaretz, ci sono Ong coraggiose come Peace Now e B’tselem. Non certo un governo che ha fatto della colonizzazione più pervasiva e violenta il suo core business. Non certo le punizioni collettive imposte ali gazawi, né eliminazioni mirate praticate nel territorio di Stati sovrani che, se fossero operate da qualunque altro soggetto statuale, avrebbero spinto la comunità internazionale a ben altre reazioni rispetto a quella, inesistente, nei confronti d’Israele. Tutto questo farà inorridire gli ultras nostrani d’Israele, quelli per cui la morte di 15mila bambini palestinesi è da imputare ad Hamas, e Israele si sta solo difendendo. Quelli col dito indice accusatore in esercizio permanente. Non potendo premere un grilletto, lo usano per “sparare” sentenze: accusi Israele? Sei antisemita. Costoro non fano rabbia. Fanno pena. 

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